A Cannes ogni tanto abbiamo visto il sole, sempre accompagnato da un vento simile alla bora triestina ma per lo meno siamo riusciti a provare l’ebrezza di non arrivare zuppi al mezzodì proprio tutti i giorni. In una di queste luminose giornate, abbiamo trascorso quasi due ore all’aperto, chiacchierando di cortometraggi, di altri festival e di opere emozionanti, in attesa di vedere un film che meritava cotanta prova di resistenza: oggi vi segnaliamo “Blood Ties” di Guillaume Canet. Pellicola girata in inglese, ambientata nella Brooklyn degli oramai lontani anni ’70, con un cast semplicemente perfetto.
Non c’è che dire, l’entusiasmo è stato davvero molto, perché assistere a un’opera di due ore e mezza e non avvertire lo scorrere del tempo significa solo una cosa: che il regista sia stato efficace, accorto e acuto, insomma sia stato b r a v o! E di rischi a questo giro Canet se n’è assunti davvero molti: ha diretto un folto gruppo di attori d’oltre oceano, ha preso un protagonista made in UK (Clive Owen) e l’ha trasformato in un americanissimo teppistello di quartiere, gli ha affiancato una donna francese (Marion Cotillard) rendendola una maîtresse italiana e ha fatto indossare i pantaloni a zampa ad un bel po’ di attori sulla cresta dell’onda, tra cui spiccano Mila Kunis e Zoe Saldana.
Storia di due fratelli che imboccano strade opposte: Chris (Owen) quella del crimine, quasi per stato di necessità; mentre Frank (Crudup) quella della legge, probabilmente per espiare colpe altrui e, in generale, per sfuggire ai legami di sangue. Frank insegue, infatti, sempre la cosa giusta e pone in primo piano la propria carriera a discapito degli affetti, mentre Chris vive dominato dagli istinti e, nonostante abbia pagato con 12 anni dietro le sbarre il suo impeto, persevera ad usare qualsiasi mezzo (il)lecito pur di proteggere chi ama.
Ma si sa, alla famiglia è difficile sfuggire soprattutto se sono gli anni ‘70 e si cresce a Brooklyn, realtà in cui onore, fratellanza, rispetto e famiglia hanno un valore tale da far emergere incredibili istinti di protezione in persone insospettabili. Motivo per cui ben presto anche Frank dovrà fare i conti con se stesso e comprendere quali siano le priorità, chi amare e … chi proteggere.
Fulcro della nostra storia è, infatti, quella forza che porta i due fratelli perennemente allo scontro e al riavvicinamento, che mostra tutta la potenza dell’amore e dell’odio (due facce della medesima medaglia), che contrappone continuamente il bene al male, e soprattutto che sottopone a ripetute enormi pressioni le coscienze dei protagonisti (e le abilità dei due interpreti principali). Clive Owen e Billy Crudup, infatti, ci impressionano con le loro espressioni sofferenti e combattute e suscitano l’ammirazione di molti in sala contribuendo non poco alla promozione della pellicola da parte di un variegato pubblico, composto per una volta non solo da membri della stampa.
Questo epico dramma familiare, che riprende un film francese del 2008 “Les Liens du Sang” in cui peraltro il regista vestiva i panni di Frank, potrà contare su un ampio pubblico di estimatori del genere quindi gli auguriamo di arrivare presto nelle sale.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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