I non milanesi forse non sapranno che il capoluogo meneghino vanta un’area verde in cui è vietato l’ingresso ai maggiori di dodici anni non accompagnati da un bambino. Si tratta del parco posto in via Palestro, dunque di fronte ai giardini intitolati a Indro Montanelli, ideato contemporaneamente alla splendida Villa Reale, capolavoro del neoclassicismo ottocentesco. Anni fa, dopo aver cercato di commuovere i guardiaparco che opponevano un rigido controllo, fui costretto ad accodarmi ad una simpatica mamma dotata di passeggino, spiegando che volevo fare due foto nel parco e che mi serviva il passaggio di un infante per riuscire ad accedere.
Concentrato nel mio tentativo di semi-intrusione, dedicai molto tempo alle geometrie del parco e alla facciata della villa, perdendo la possibilità di visitare la Galleria d’Arte Moderna che vi è ospitata. Ho recuperato recentemente, con una scoperta che mi ha lasciato stupefatto: il secondo piano, magnificamente allestito da Ignazio Gardella, raccoglie la Collezione Grassi, donata dalla vedova del collezionista in memoria del figlio Gino caduto ad El Alamein. Ed è una visita che vale la pena affrontare perchè la ricchezza e la varietà delle opere esposte lascia senza fiato.
L’elenco delle opere sarebbe eccessivamente lungo e forse anche poco sensato; basti sapere che – all’interno di un percorso espositivo chiaro e accompagnato da una serie di fogli esplicativi rimuovibili messi a disposizione dei visitatori e davvero ben concepiti – è possibile ammirare dipinti di Millet, Fattori, Segantini, Van Gogh, Balla, Morandi, Boccioni, una collezione di Toulouse-Lautrec che sarebbe sufficiente ad organizzare una mostra a parte, un paio di meravigliosi Gaugain, Cezanne, Corot ed altri che sono sicuramente sfuggiti alle mie annotazioni moleskiniane.
Camminare nelle sale della Collezione Grassi è davvero un piacere, un’esperienza che chiunque gravidi nell’area milanese non dovrebbe perdere per nessun motivo. Aggiungeteci il fascino della villa, i suoi saloni incredibilmente evocativi e ricchissimi di particolari architettonici di pregio ed una vista su uno splendido parco ed avrete completato la ricetta per un meraviglioso pomeriggio all’insegna dell’arte!
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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