Vi siete mai domandati che effetto possa fare rivedersi 40 anni dopo su un grande schermo alla presenza di cinquecento sconosciuti, mentre la persona alla quale dovete la vostra sfolgorante carriera viene premiata proprio nel luogo in cui decadi prima con un amico fantasticava sul proprio futuro?
Qualche ora fa il noto attore Richard Dreyfuss ha vissuto una situazione simile in quel del quinto piano del Palais de Festivals qui a Cannes. Un attimo di respiro dal concorso principale per noi, un film che ha attirato l’attenzione di molti, soprattutto per il recente successo dell’autore e sceneggiatore di questa storia (Mordecai Richler) e un restauro che è stato occasione per premiare il suo autore.
“L’apprendistato di Duddy Kravitz” è un romanzo giovanile, che sin dalla sua pubblicazione aveva attirato l’attenzione del regista, il quale sin da subito decise di dedicarsi per anni, con lo scrittore e amico Richler, alla sceneggiatura. I due vennero addirittura in Costa Azzurra e proprio a questo Festival in cerca d’ispirazione e idee (tra le quali, il volto della protagonista femminile). La pellicola, tradotta da noi in “Soldi ad ogni costo” (?!?), vide la luce diversi anni dopo e per impersonare Duddy si scelse un giovane esuberante e sorridente attore allora sconosciuto, Richard Dreyfuss.
Recentemente restaurato, viene quindi stasera riproposto e speriamo ottenga spazio anche nei cinema aperti al grande pubblico. Visibilmente datato nell’ambientazione e nei rapporti umani, molti dei quali ai giorni nostri apparirebbero assai curiosi, rimane comunque divertentissimo e non scivola mai nell’anacronistico essendo la storia di un ragazzo carico di speranze e con una gran voglia di riscatto. Duddy Kravitz, questo il suo nome, vive a Montreal, appartiene ad una famiglia ebrea, ha un padre tassista e un fratello che studia medicina all’università e decide di intraprendere la strada del farsi un nome da solo.
Duddy non si da facilmente per visto, lui non vuole trascorrere la vita scorrazzando la gente in giro per la città, non si accontenta, e sogna di possedere un lago, costruire lungo le sue rive, e creare una struttura di villeggiatura talmente grande da creare una vera cittadina. La raccolta dei fondi necessari è il fulcro del nostro racconto e la riuscita dell’impresa non sarà scontata, soprattutto il protagonista dovrà crescere, scendere a compromessi e affrontare i suoi fantasmi, concorrenti e demoni interiori.
In quest’avventura a tratti esilarante (nonostante il tempo trascorso da quando il romanzo venne pubblicato) riusciamo a ritrovare molto di noi stessi e di quella vitalità tipica della gioventù, l’incrollabile voglia d’inseguire i sogni e la testardaggine di non darsi facilmente per vinti. Quindi che la si legga come puro intrattenimento oppure come ennesima lezione di vita corredata di morale, alla fine ci assorbe e ci regala la possibilità di vedere in una sala cinematografica (e da vicino) storiche figure della storia di Hollywood :-)
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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