“La Grande Bellezza” parte invece alla grande e piace sin da quei primi stravaganti fotogrammi, scorcio sulla mondanità altoborghese che pervade parte della nostra penisola e di cui la città eterna ne è l’emblema. Feste, lusso, droghe, alcool e musica sino all’alba in terrazze dalla vista ineguagliabile e, tra queste, quella del protagonista del nostro film: Jep che oggi compie 65 anni in modo esclusivo, a partire dalla lista degli invitati. Quel Jep che scrive recensioni per una rivista culturale, amante del bello, uno di quegli uomini che donano la vita alla bellezza in tutte le sue forme, alla parola in particolar modo.
Il nuovo film di Paolo Sorrentino è un omaggio, un vero inno, a tutto ciò che è seducente e correda la nostra esistenza: l’arte, la musica, la nostra ricca lingua e, perché no, le donne, icone e muse di tanti artisti nei secoli. Per fare ciò, il regista si fa aprire le porte di palazzi e di luoghi capitolini normalmente interdetti al pubblico, e chiede il supporto ad una superlativa e più che mai viva fotografia.
Tra una cena e un evento mondano, passeggiamo per meravigliosi giardini e ci intrufoliamo in appartamenti dalla storia e dalle metrature tendenti a infinito, sogniamo situazioni fantastiche ed epoche andate, contemporaneamente seguiamo Jep nella sua quotidianità, sempre intensa, ma che a lungo andare non lo appaga più e rende le sue interazioni con gli altri sempre più dai toni caustici.
Punto più alto della pellicola è proprio la critica – intelligente – dell’attuale realtà, di coloro che si crogiolano in un passato costruito da altri ma che non contribuiscono in nessun modo a costruire un futuro per i posteri, vite sonnecchianti e vacue, in cui si mente non solo agli altri ma, soprattutto, a se stessi pur di non guardarsi allo specchio e prendere di petto la propria esistenza. La nostra società è costellata di persone che s’illudono di essere e/o di fare cose inesistenti. La stoccata è difronte a noi, ma non essendo urlata o caricaturale, ed essendo interpretata da alcuni dei nostri migliori attori, abbiamo la libertà di ignorarla.
Standing ovation per Toni Servillo, magistrale come sempre, che riesce ad ammaliare il pubblico (di sicuro la sottoscritta) con il suo carisma e quel trasformismo che ce lo presenta impomatato, in abiti di sartoria, intento a sedurre italiche bellezze, a sostenere l’amico di una vita oppure a raccontare alla caporedattrice (una stupenda Giovanna Vignola) dell’ultima atteggiata e vuota artista incontrata per un’intervista.
Il sarcasmo regna sovrano, l’armonia è ovunque, il colore e la vita in tutto il suo splendore ci viene ricordata più e più volte in questa opera che non imita “La Dolce Vita”, forse la omaggia, guarda sicuramente avanti e con dolcezza mostra tutta la nostra decadenza. “La Grande Bellezza” è un poetico, maturo e intrigante film, con probabilmente una ventina di minuti in eccesso che comunque non mandano la platea in debito d’ossigeno.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
Leave a Comment