Oramai è un rituale, festival che vado, novità di Johnny To che vedo. E, puntuale, anche questa primavera 2013 arrivo sulla Croisette di Cannes, e basta fare le ore piccole per vedere in anteprima il suo nuovo lavoro. Direttamente al midnight screening (una proiezione per i più valorosi, dotati di resistenza degna di un supereroe e spinti da curiosità tendente a infinto) ecco “Blind Detective”, film in cui sin dai primi fotogrammi è chiaro che il cineasta non abbia intenzione di rinunciare al suo estro, alla sua narrazione, alla sua fotografia.
Siamo ad Hong Kong e la scena di apre con un pedinamento che ha del paradossale: il detective Johnston (Andy Lau), sfruttando un fiuto degno del miglior segugio, sta effettuando un pedinamento che trionferà con un arresto per mano del corpo di polizia che, dopo aver sfruttato gli istinti di Johnston, si prende i meriti :| Perché il detective protagonista di questa storia è poliziotto da sempre, ma cieco da qualche anno, motivo per cui ha gli altri sensi oltremodo sviluppati di cui tutti beneficiano.
Una trama intrigante e sgangherata sin da subito, ricca di sorprese, suspense e con uno spiccato lato comico: Johnny To riesce, infatti, a unire la commedia (romantica) con il thriller (poliziesco), grazie ad una fantasia sfrenata e a un cast solido capeggiato dal poliedrico e sempre sorprendente Andy Lau. Il risultato è un film a caccia di grandi numeri, patinato come i migliori blockbuster, che vuole trascinare in sala gli amanti dei vari generi strizzando l’occhiolino al Nuovo Mondo. Ce la farà?
È indubbio che emerga un certo gusto orientale, soprattutto nei siparietti comici, che non coincide esattamente con nostro concetto occidentale di commedia, anzi alla sottoscritta alcuni stacchetti sono apparsi stucchevoli, ma credo sia il fio da pagare per il lato action/poliziesco dal ritmo incalzante e costante, che dovremmo invece imparare ad imitare, per qualità e quantità.
Il film ruota intorno all’improbabile coppia di poliziotti, Johnston – Goldie Ho Ka Tung (Sammi Cheng), mentre uniscono le loro forze per risolvere un c.d. cold case che tocca l’investigatrice da vicino. Immancabile che tra un inseguimento e l’altro si sviluppi un’amicizia, che si tramuta in un odio/amore prima di giungere a un finale piuttosto inatteso, date le numerose sorprese dell’ultima parte. Amore, sogni, dispiaceri, rimorsi e rimpianti sono tutti uniti in una corsa che ogni tanto s’arresta per far ridere la platea, cosa che non è sicuramente da classico film di To, anzi, inizialmente prende il contropiede lo spettatore in sala a Cannes.
Apprezzo lo sforzo, innegabile la bravura in qualsiasi genere si cimenti il cineasta, ma quest’opera seppur ben confezionata, non è la mia preferita e il mescolamento di generi potrebbe risultare sovrabbondante soprattutto agli occhi del grande pubblico.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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