Vera sorpresa è la pellicola di Richard Linklater vista a Berlino un mese fa, che merita qualche riga di approfondimento. Continuazione di una storia che seguiamo da quasi due decadi, “Before Midnight” è, infatti, un film che sorprende per come riesca a sopravvivere al sentiero impervio che ha deciso di imboccare. Perché, siamo onesti, puntare una telecamera su due attori (seppur dalle indubbie capacità) e non muoverla più per le seguenti due ore, durante le quali la coppia chiacchiera più o meno amabilmente della quotidianità, è il miglior modo per arrestare la propria carriera e quella dei due malcapitati. Il regista invece, oltre ad una buona dose di coraggio, ha davvero creduto nella sceneggiatura e nell’abilità di tutti di intrattenere il pubblico, e si è lanciato in questo progetto. Che dire, aveva ragione lui!
“Before Midnight” ha preso in contropiede la maggior parte degli scettici in sala, ci ha rapiti tutti e portati su un’isola greca, prima dentro una fashionissima MiniCooper poi ad un tavolo ed infine in una stanza e, tra un incantevole paesaggio e l’altro, ci ha mostrato la vita, quella che tutti conosciamo, quella quotidianità, appunto, a cui non diamo mai importanza. Una normale coppia in vacanza con i figli, ospite di amici per l’estate, Jesse e Celine, che vive nella Ville Lumiere sino ad oggi quando a Jesse sorge il dubbio sull’opportunità di avvicinarsi al figlio, avuto dalla precedente relazione, che vive a Chicago.
Uno scambio come un altro che insinua quel tarlo che non se ne andrà prima di aver seminato distruzione. D’altro canto, si sa che anche la coppia più solida può mettersi in discussione se si tocca (anche involontariamente) il tasto giusto ed è quello che capita ai nostri personaggi. Ma la pellicola non ruota intorno ad un litigio bensì alle dinamiche d’interazione, si passa dal chiacchiericcio leggero, alle battute, ai ricordi, a suggerimenti pratici sino ad accuse reciproche. Si vede tutta l’evoluzione (o forse sarebbe meglio dire l’involuzione) della discussione che nell’arco di una giornata, dopo diversi tentativi caduti nel nulla, alla prima occasione lascia il posto alla tragedia. Grazie al cielo siamo in Grecia e tutto viene mitigato da un clima e da un ritmo di vita che distende gli animi surriscaldati e permette al buon senso di prendere il sopravvento. Ma sarà davvero così oppure, la discussione sarà solo rinviata alla prossima occasione?
Non credo che vi sarà un quarto inatteso episodio, sulla scia del successo (speriamo) dell’attuale terzo capitolo, ma senza dubbio impressiona vedere le dinamiche umane così ben rappresentate su grande schermo e questo grazie a due attori (Ethan Hawke e Julie Delpy) che riescono a rendere, con apparente semplicità, la situazione in tutta la sua naturalezza. Disarmante, appassionante, insomma, da non perdere!
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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