Chiudiamo la nostra carrellata in rosa con una commedia di casa nostra che più al femminile non poteva essere: dotata di una dama in regia e ben tre protagoniste attorniate da molti uomini ma tutti sbiaditi e relegati sullo sfondo di una storia fatta di amicizie improbabili, di amori vari e di tradimenti che si discosta non poco dagli schemi classici. “Amiche da Morire” è un film caricaturale, una commedia con tre interpreti d’eccezione, un battesimo per la giovane Giorgia Farina dietro la macchina da presa.
Siamo nelle terre del sud, o meglio, siamo confinati su un’isoletta, di quelle che vedono solo qualche turista durante i mesi estivi e il resto del tempo sono chiuse in sé stesse. L’economia ruota attorno alla pesca e all’azienda di tonno locale, e in questo microcosmo in cui tutti si conoscono e supportano, non è tutto oro quello che luccica. A parte il solito fastidioso sport di farsi gli affari degli altri in barba alla privacy, anche qui è arrivato il crimine e non si rinuncia a concedersi qualche scappatella con la bella e disponibile eccentrica Gilda (una Claudia Gerini davvero in forma).
Questa è la storia di tre donne molto diverse – la sgamata Gilda, la stordita Olivia e la sfigata Crocetta – a cui gli eventi impongono la condivisione di un segreto (che non augurereste a nessuno soprattutto se l’unica via di fuga è il mare e non siete dei provetti marinai) e una convivenza forzata carica di situazioni ironiche con molti luoghi comuni accentuati all’impossibile, con gag talvolta chiamate e con nell’aria il profumo delle paradossali commedie d’oltre oceano con protagoniste femminili tipiche di un decennio fa.
Malgrado quel che si potrebbe credere però il film non è la versione italiana di alcuna opera made in USA e ha alcuni pregi, tra tutti non è mai volgare, ha un’audace colonna sonora, una luce che riscalda l’animo e un cast dalla recitazione scoppiettante. Le tre donne son frizzanti, ridicole e credibili, nonostante la storia porti all’estremo le nostre caratteristiche superando talvolta il limite a cui sono abituata.
Tutti relegati in un piccolo spazio e molti storditi dal clima, l’ambiente è così chiuso da disorientare i più, insomma, è il set davvero ideale per un’opera in cui ci scappa il morto e più di una sorpresa prima di raggiungere l’epilogo. Mettiamola così, se questa commedia fosse andata direct-to-video sarebbe stata semplicemente perfetta (è ottimo intrattenimento per una spensierata serata), su grande schermo invece ho qualche riserva anche se, con l’8 marzo conclusosi da poche ore e il weekend appena iniziato, è probabile che ben più di qualche curioso entri in sala :) Di fatto, non fa male a nessuno e ha ritmo, per il mio gusto avrebbe dovuto avere qualche sottotitolo in più o qualche smorfia in meno.
Voto: 6 -, impossibile affossare il trio di attrici che fanno da mattatrici sullo schermo mentre occultano prove, ricattano uomini e fanno fesse le donne del paese.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”