Ci siamo dedicati ai più piccoli, ieri, ed era bello continuare sulla stessa lunghezza d’onda. Ma attaccarsi al libro di Collodi sarebbe stato banale e – diciamocelo – anche un po’ stucchevole, sebbene sul burattino di legno più famoso della storia si possano imbastire discorsi che sfiorano la filosofia esistenzialista.
Vogliamo però rimanere in tema, e regalare ai più piccini, magari con il supporto dei genitori, qualche suggerimento per lasciarsi tentare, stregare e catturare dalla magia di parole stampate che diventano fantasia, di parole che diventano immaginazione.
E francamente, non mi viene in mente niente di meglio che proporvi di farvi accompagnare da Chiara Carminati. Sarà che si tratta della fresca vincitrice del Premio Andersen 2012, sarà che il suo “L’ultima fuga di Bach” ha soddisfatto anche il bimbo che risiede in questo metro e novanta che sta scrivendo, o sarà che ho sentito raccontare dei suoi laboratori di lettura, ma insomma… sono riuscito persino a superare efficacemente il fatto che Chiara sia nata ad Udine, e capirete che per un triestino non sia l’ultimo degli ostacoli.
Dicevamo di “L’ultima fuga di Bach”. Come il titolo lascia intuire, questo racconto adattissimo ad indirizzare verso i piaceri della lettura ci trascina nella straordinaria vita di Johann Sebastian Bach, ed è un accompagnarci che regala bellissime sensazioni. Concorrono alla riuscita dell’effetto le belle e delicate illustrazioni di Pia Valentinis, ed aiutano infinitamente i personaggi che si fanno vere e proprie voci narranti: un vicino di casa, un oste, il compagno di studi prediletto, perfino un ladro e un uccellino (!) si susseguono in una trama che cattura “grandi e piccini” – si dice così – e che oltre alla prosecuzione nella lettura fa venire una gran voglia di correre ad ascoltare la musica di uno dei più grandi compositori di tutti i tempi.
“So che un altro musicista, Beethoven, ha detto che Johann Sebastian non avrebbe dovuto chiamarsi Bach, cioè ruscello, ma Oceano. Forse perché ha scritto tantissima musica. Ma forse anche perché la forza di quello che ha composto è trascinante, abissale e insondabile, proprio come un oceano”.
Giovani lettori, appassionati di musica classica, curiosi verso una esistenza straordinaria: “L’ultima fuga di Bach” fa decisamente il caso vostro.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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