Recensione di The Broken Cirle Breakdown di Felix van Groeningen.
Ho assistito a una splendida standing ovation, ho visto un regista talmente emozionato da godersi in silenzio la sua vittoria, ho visto due attori salire su un palco e ringraziare una platea in visibilio duettando senza accompagnamento musicale, quale regalo per le emozioni provate. Ero al Friedrichstadt Palast alla proiezione col pubblico di questo incredibile film e mi sono emozionata, perché è un gioiello in perfetto stile nordico e non stupisce che si sia aggiudicato un premio. Impossibile che le cose andassero diversamente, siamo a Berlino e in questo Festival si osa guardando solo avanti, con coraggio.
The Broken Circle Breakdown è una pellicola dedicata alle forti emozioni: l’amore passionale prima e l’immensa sofferenza della perdita assoluta dopo, il tutto incorniciato da un’aura dorata quasi magica (la fotografia è calda, caldissima quasi arroventata nelle parti gioiose e livida nel dolore, ma è quel costante abbraccio che nei punti più duri ci sostiene ed impedisce di crollare) e con l’accompagnamento dalle migliori note di musica country. Esatto, nonostante siamo in una cittadina del Belgio, la vita di Didier e Elise, i nostri protagonisti, è scandita da sonorità che ci portano oltre oceano e ci fanno ripercorrere un capitolo intero di storia della musica.
I pregi del film sono davvero molti: oltre ad una fotografia che supporta e amplifica le emozioni (mostrate sullo schermo e provate in sala) e alla colonna sonora che integrando i dialoghi ha permesso alla trasposizione dal teatro alla pellicola di riuscire così bene, il ritmo della narrazione non perde un colpo, apparentemente scandito da un metronomo. L’opera è infatti divisa tra ieri e oggi, tra gioia e dolore, tra lotta e sopravvivenza, tra istinti e razionalità, in costante crescendo sino ad un finale che toglie il respiro.
Felix van Groeningen con lucidità e senza rabbia narra la favola che tutti sognano, la storia d’amore tra due persona che, sin dal primo incontro, si lasciano trasportare dagli istinti riuscendo a costruire una famiglia ricca d’amore al punto di sembrare indistruttibile fino al giorno in cui viene scossa dalle comuni e tremende casualità della vita. Così con il medesimo impeto con cui tutto è nato, ora ogni cosa crolla (sotto il peso del dolore) sino a quando non rimane più nulla e in questa parte, purtroppo, molte più persone di quante vorremmo credere si riconosceranno.
Il bilanciamento tra emozioni e razionalità, tra frasi fredde e dolci canzoni ci permette di sopravvivere ad un’opera che solo a posteriori ci rendiamo conto di quanto sia forte. La voglia di scoprire in quale teatro sia in scena è quindi solo frenata dal fatto che sarebbe in fiammingo senza sottotitoli (grande vantaggio del cinema), quindi ci rimane solo la speranza che riesca ad invadere presto le nostre sale. Da vedere, possedere, regalare!
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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