Siamo in America, sullo schermo c’è un ragazzo nel pieno dei suoi vent’anni che perde la madre anzitempo. Si chiama Charlie e non è pronto a vivere senza la sua sostenitrice. Lei, però, trova il modo di trasmettergli un ultimo consiglio che suona più o meno così: stacca, vai in Europa, vai a Bucarest, li troverai la tua strada. Questo sarà il viaggio che ti permetta di riordinare le idee e andare avanti con la tua vita.
Ecco come si apre il debutto nel lungometraggio di Fredrik Bond in cui il protagonista, trasportato dalle emozioni, non ci pensa due volte a imbarcarsi per il vecchio continente, proprio per quella città sussurratagli all’orecchio. Noi, sin dal decollo, ci rendiamo conto che questo ragazzo è una calamità e così un film che apriva con i presupposti da classico movimentato on the road, assume ora toni comico-grotteschi.
Perché le avventure di Charlie, una volta atterrato in Romania, saranno incalzanti a causa dall’irrimediabile e inopportuna infatuazione che in pochi minuti sviluppa per la dolce e misteriosa figlia del suo vicino di trasvolata (Evan Rachel Wood), che dovrà in un primo tempo consolare (il di lei padre muore su quell’aereo), poi salvare (forse) da un passato che non vuole essere solo un lontano ricordo e, infine, convincere a contraccambiare il suo sentimento. Ma nulla sarà semplice come in un normale film romantico…
Esatto, questa avventurosa pellicola è incredibilmente romantica e per amore vedremo sfidarsi il maturo e pericoloso Nigel -ex marito di Gabi- e Charlie, il nostro incosciente giovane turista americano, rispettivamente con i volti di Mads Mikkelsen e di Shia LaBeouf. Chi e come sconfiggerà il proprio avversario in amore lo lascio scoprire a voi, anche perché la neo-Giulietta dalla volontà ondivaga ci metterà del proprio.
Dividendoci tra una sala da concerto e una festa dall’alto tasso alcolico, in un ostello che molto ci ricorda le nostre scorribande di gioventù con zaino in spalla, seguiamo Charlie mentre impara a lottare e a non mollare mai per ciò in cui crede. E mentre il giovane impavido sullo schermo cerca di realizzare i suoi sogni (e incassa una quantità di botte senza precedenti) noi in sala ci domandiamo se quest’ avventura stia funzionando davvero.
The Necessary Death of Charlie Countryman è una favola moderna un po’ bislacca, che misteriosamente riesce a frullare un bel po’ di generi non perdendo il ritmo e trasmettendo chiaramente un messaggio tremendamente romantico e un po’ naïve. Come ci riesca, è un mistero, il dubbio è se questo turbinio di emozioni che sfreccia davanti ai nostri occhi non disorienterà lo spettatore il quale, una volta stordito, non riuscirà a immedesimarsi e decreterà il fallimento di un esperimento che tecnicamente pare reggere.
Voto finale: 6. Premiamo l’audacia del regista, lo sforzo e la bravura dei suoi attori e il minestrone di generi, coscienti che a Berlino abbia lasciato molte persone perplesse.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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