Faccio quello che non si dovrebbe mai fare: scrivere sulla base dell’ondata di emozione provocata dalla lettura di un libro meraviglioso, avvertendo dentro di me la stessa urgenza di un bambino che ha appena scoperto un gioco nuovo e corro in giardino perché non riesce a trattenersi e lo vuole condividere subito con i suoi amici.
Salinger fa pronunciare al giovane Holden questa frase ormai molto celebre: “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.”. Ecco, fortunato tu, David Grossman, perché ho appena terminato “Qualcuno con cui correre”, e da qui partirebbero delle chiamate internazionali fiume, che nella prima trentina di minuti probabilmente si esaurirebbero in una sequela quasi infinita di ringraziamenti. Perché hai scritto un libro cla-mo-ro-so, mannaggia a te, e in questi due giorni di totale assorbimento sei riuscito a farmi commuovere, ridere, leggere con una mano sul testo e l’altra stretta a pugno e morsicata dalla paura, sospirare di sollievo, e soprattutto pensare. Pensare che ci saranno volute centinaia di migliaia di anni, ma l’evoluzione umana – dall’accensione del primo fuoco alla produzione di selce – aveva un nobilissimo scopo: quello di culminare in una penna che traccia delle frasi e poi negli occhi di un lettore che non si stacca più dal tuo testo.
E adesso Assaf e Tamar, i due protagonisti di questo romanzo assolutamente perfetto, mi mancano in maniera lacerante. Mi mancano come possono mancare dei personaggi immaginari, che hai coltivato nella tua mente e che hai immaginato fino all’ultimo capello, e nella sensazione di vuoto (letterario) che mi lasciano dentro posso dare il mio piccolissimo contributo affinché continuino a vivere: ragazzi, ragazze, donne e uomini di ogni età, leggerete e fate leggere “Qualcuno con cui correre”.
Fatelo leggere ai vostri figli (che si innamoreranno della lettura), fatelo leggere a chi ama i cani (che si innamoreranno di Dinka), fatelo leggere a chi vive un amore assoluto e a chi lo sta aspettando, fatelo leggere a chi è arrabbiato con il mondo, fatelo leggere a chi si nasconde dietro un pianto od un sorriso.
Vi ho appena regalato una delle vostre migliori letture: fate altrettanto.
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Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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