Mi è tornata la voglia di fare un bel puzzle. E siccome lo spazio in casa è quello che è, l’idea brillante (non mia, peraltro) è stata quella di acquistare subito la cornice, in modo da poter lavorare subito sul piano rigido e poterlo riporre agevolmente durante la preparazione.
Quindi oggi pomeriggio ho sfidato la neve e, per limitare i danni da gelo, ho deciso di battere i negozi del quartiere.
In cartoleria:
“Buonasera, avrei bisogno di una cornice fatta così e cosà, di queste dimensioni”
“No, guardi, noi non l’abbiamo, può provare dal vetraio qui dietro oppure al Brico”
“No, io da Brico non ci metto piede, grazie, provo dal vetraio”
Dal vetraio
“Buonasera, avrei bisogno di una cornice fatta così e cosà, di queste dimensioni”
“No, guardi, io posso fargliela su misura ma le costa un botto, so che ne ha alcune l’ottico qui dietro oppure può andare al Brico”
“No, io da Brico non ci metto piede, grazie, provo dall’ottico”
Dall’ottico
“Buonasera, avrei bisogno di una cornice fatta così e cosà, di queste dimensioni”
“No, guardi, io ne ho ma più piccole, so che ne hanno in cartoleria o dal vetraio, oppure può andare al Brico”
“Ma porca puzzola” (più o meno)
Io al Brico non ci volevo andare. A me ‘sti posti da fanatici del FaiDaTe mettono una paura terrificante: sarà che ogni volta che attacco un chiodo mi crolla mezza parete, oppure mi tocca una gita al CTO, ma non riesco a capire per quale motivo uno sano di mente dovrebbe comprare una motosega SG 36/30 di 4 chili, se non per brandirla in uno dei miei peggiori incubi. Mi rassegno e ci entro comunque.
Superato lo spaccalegna motorizzato BT-LS 44, che avrebbe fatto la felicità di un torturatore nel 1944, e dribblate le smerigliatrici Brickstein da 11.000 giri al minuto, raggiungo la zona cornici, dove una coppia sta discutendo su un potenziale acquisto. In estrema sintesi, lui sta cercando di spiegare all’azzimata consorte per quale legge fisica (quella di non compenetrabilità dei corpi, ad esempio) un poster di 40 x 50 non può essere appeso in uno spazio di 35 per 40 centimetri. Lancio una occhiata di solidarietà, scelgo la mia cornice, punto verso le casse e mi appare lui:
Un Homer Simpson che dichiara la sua avversità all’autodidattismo nella patria del FaiDaTe mi sembra da fotografare e mostrare al mondo. Pago, esco, mi giro a guardare il Brico giurandomi “mai più”, arrivo a casa.
La cornice
ha
tre angoli
scheggiati
“Ma porca di quella trota” (più o meno).
Riprendo ad annaspare nella neve e torno al Brico, spiego il problema, mi fanno notare che potrei averla rotta io nel trasporto, lancio una occhiata eloquente all’angolo motoseghe comprendendone improvvisamente l’utilità in un ambiente metropolitano, il che fa cambiare immediatamente idea ai gestori del luogo e – devo dire con signorilità e persino scusandosi – me ne mollano una nuova.
Alla cassa incrocio la coppia di prima. Lei ha in mano una cornice 40 x 50, e lo sguardo di lui non promette niente di buono.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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