Dopo esserci dedicati alla classifica dei dieci libri più venduti del 2012 – se ve la siete persa, potete arrivarci agevolmente con questo link – oggi allarghiamo il tiro e spulciamo allegramente le prime cento posizioni in cerca di qualche curiosità.
Cominciamo con un confronto Italia – Resto del mondo: ci siamo già accorti che nella Top Ten i libri di produzione nostrana pareggiano 5 a 5, ma se allarghiamo il tiro e scorriamo l’intera centinaia i tricolori si impongono per 55 a 45. Capocannoniere ovviamente è Camilleri, che ne piazza 2 nei primi dieci e ben 4 nella classifica estesa. Curioso anche il contributo di Paolo Giordano, che ha pubblicato solo due romanzi ma li vede ben piazzati entrambi nella classifica del 2012, a dimostrazione del fatto che “Il corpo umano” – l’ultimo uscito – ha trainato una ripartenza delle vendite de “La solitudine dei numeri primi”. Mica male.
Segnale positivo: la letteratura “infantile” ha una rilevanza interessante all’interno della graduatoria. Fra la Peppa Pig (di cui fino a qualche mese ignoravo l’esistenza, siano benedetti i figli dei colleghi!) e Stilton (idem), ne contiamo addirittura 8, che salgono a 11 se allarghiamo il target agli adolescenti ed includiamo la trilogia di Hunger Games. Come dire che, nonostante diffusione di iPad e altri ammennicoli, i genitori italiani continuano a riempire le case di libri per i più piccini. Bene, no?
Se state canticchiando leggendo questo post (e francamente non vedo perché lo dovreste fare), sappiate che non siete del tutto fuori tema: in classifica abbiamo Guccini, Ligabue, il libro sgeli/sugli One Direction (…) e ci mettiamo pure Faletti, che nella sua poliedrica carriera ha partecipato anche – e con un bel pezzo – a Sanremo. Se state saltellando sul posto con lo smartphone in mano ci avete azzeccato di nuovo: anche i libri di o sullo sport si difendono bene con la biografia del compianto Simoncelli, il libro di Alex Del Piero e le memorie di Agassi, che finisce addirittura 21°.
Dedichiamoci ai classici, figli generalmente delle selezioni scolastiche e croce e delizia degli studenti. Non manca mai “Il piccolo principe” (si piazza vicino alla Top Ten), resiste Orwell con il suo 1984 (da cui ha tratto in qualche modo ispirazione Murakami per i bellissimi 1Q84) e ci piacciono molto Levi con “Se questo è un uomo” e l’Uhlman de “L’amico ritrovato”. Passando alle pessime notizie, invece, non bastassero le tre Sfumature nei primi quattro posti, ci tocca assistere ad un doppio Zafon (“Il prigioniero del cielo” è quindicesimo…), l’opinabile raccolta di racconti di Ammaniti è dieci posizioni più in basso e ricompare la Sanchez de “Il profumo delle foglie di limone” . Tutti evitabili.
Considerando che ne abbiamo raccontato il successo, inevitabile chiudere dicendoci che “e un altro anno è andato”. Chi indovina la citazione forzata?
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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