Il cineasta ci regala un’opera dolce, delicata, intensa, tesa e sorprendente. Si trattiene infatti il fiato una volta raggiunte le battute finali e si scommette su come si risolverà l’enigma. Se l’epilogo può essere intuibile, i singoli passaggi non lo sono del tutto, la maestria sta proprio nel mantenere vivo il dubbio su come si sia arrivati ad un tale finale. Cosa accadrà però dovrete scoprirlo voi, perché io vi invito caldamente a confrontarvi con questa pellicola affascinante e inattesa.
Un uomo che è riuscito a rendere le sue debolezze il vero punto di forza di una sfolgorante carriera, Virgil Oldman è uno stimato e ambitissimo esperto d’arte, che ha costruito il proprio personaggio pubblico maniacalmente, con il medesimo impeto con cui coltiva la propria passione, ma è solo e vulnerabile nonostante i capricci da primadonna, lo stuolo di apprendisti stregoni e le orde di collezionisti che si contendono un suo cenno d’approvazione, il suo tempo, una sua stima o asta.
Trincerato dietro la fama e la fitta agenda, Virgil è oramai non più giovanissimo e non ha una vera vita sociale sino al giorno in cui una telefonata, un nuovo incarico, una voce femminile fragile -come e più di lui- lo travolgerà e spingerà in un territorio ostile. Un giovane amico, una vecchio compagno di avventura e una misteriosa ereditiera sono, infatti, gli altri protagonisti di questa partita a scacchi coi sentimenti e le debolezze umane che si svolge in un contesto molto intrigante ed inconsueto, il mondo dell’arte antica.
Nulla è lasciato al caso, le inquadrature sembrano quadri e la fotografia riprende le ombre create dalle opere negli ambienti o quelle che i soggetti dei dipinti hanno alle spalle. Una vera sinfonia così come un trionfo è l’interpretazione di Geoffrey Rush, la sua trasformazione in seguito ai mutamenti emotivi è sublime e se all’inizio vorremmo schiaffeggiarlo con tutti i suoi egocentrici vezzi e manie alla fine ci fa una tenerezza sconfinata, anche perché ci assomiglia molto, troppo, nel suo essere così umano e dignitoso nella sofferenza.
Senza strafare, con un’attenzione smisurata, con tutta la passione che ogni fotogramma comunica, Giuseppe Tornatore ci ha fatto un gran bel regalo che non possiamo che consigliare agli amanti della vita, della bellezza, delle umane imperfezioni che tanto hanno ispirato i più grandi pittori nei secoli.
Voto: 7. Bello nella sua semplicità ed eleganza, questo piccolo prezioso film che trasuda storia e vecchio mondo mentre ci narra l’innamoramento, sentimento vecchio quanto… l’uomo :)
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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