“Ed ogni tanto fai pensieri strani”, cantava – e canta – uno con la voce roca. E la prima riflessione una volta terminata la rilettura di uno dei più celebri romanzi ottocenteschi, certamente fra i più noti di quel prolifico autore che fui Charles Dickens, era certamente un “pensiero strano”: mi rendo conto di lanciare una provocazione gratuita, ma nel corso del tempo trascorso insieme a “Grandi speranze” non ho potuto fare a meno di immaginarmi un qualunque settimanale italiano ripubblicare quest’opera con la stessa cadenza temporale dell’originale uscita “a puntate” del romanzo.
La suddivisione in episodi settimanali appare infatti decisamente netta , e non sto dicendo che sia necessariamente fastidiosa, sia chiaro. Però andava segnalato, anche e soprattutto per chi abbia approfittato di una delle numerosissime trasposizioni cinematografiche o che si sia imbattuto in una citazione dello stesso. Imperdibile, a questo proposito, quella contenuta in Hot Shots 2 prima del lancio con il paracadute di Charlie Sheen (*)
E’ un romanzo che, fin dalle sue primissime battute, trascina in un mondo potentemente intriso di epoca vittoriana. E lo fa attraverso il suo protagonista principale, nonchè narratore delle vicende in prima persona: Philip Pirrip, per tutti Pip, orfano allevato dalla (manesca) sorella maggiore e dal cognato, inizierà un viaggio che è la sintesi di tutti i c.d. “romanzi di formazione”, trascinando i lettori del 1860 e – ammettiamolo – anche quelli moderni in una trama che non nasconde temi di rilevanza universale e di impatto emotivo molo moderno. La storia si fa infatti ricca di sentimentalismi, le sorprese mantengono alta l’attenzione e alcuni dei personaggi immaginati e regalati da Dickens attraversano senza tempo gli anni e le decadi: nella tragica storia di Miss Havisham – e non vi farò il torto di dirvi quale sia – c’è moltissima poesia intrecciata a furore, vendetta, passione, speranza. Grandi speranze, appunto.
Non sarà forse adattissimo ai vostri ragazzi, trattandosi pur sempre di una lettura abbastanza impegnativa, ma lo sarà senza dubbio un suo messaggio: sogni e speranze rendono il percorso di qualsiasi crescita impervio e faticoso. Ma non si può avanzare nei ripidi sentieri di una esistenza senza cullare nella propria anima aneliti di grandezza. E quelle speranze non vanno abbandonate, mai.
La citazione:
“Poi guardai le stelle e pensai come doveva essere atroce per un uomo, mentre sta morendo di freddo,alzare gli occhi al cielo e non trovare in tutta quella miriade scintillante nè aiuto nè pietà.”
(*) “Cosa stai leggendo?”
“Grandi speranze”
“E’ bello?”
“Speravo meglio”
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Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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