“Grandi Speranze” fa leva su tutti i sensi di colpa di cui possa essere afflitto un essere umano e su qualsivoglia trauma che in infanzia possiate aver avuto o di cui abbiate sentito parlare. Famiglie divise dalla malattia, dalla povertà o dalla mala sorte; senza contare le numerose manipolazioni, i bambini usati come esche per i loschi affari degli adulti o i giovani considerati giocattoli dagli irresponsabili fuori di testa che ne hanno la tutela; e ancora vendette, cuori infranti, amori impossibili; senza dimenticare una sterminata quantità di umani errori e di conseguenti pentimenti di coloro alla ricerca del riscatto morale e sociale.
L’inganno è sempre dietro l’angolo, le alterazioni della realtà sono una cattiva abitudine e gli uomini con un cuore ricolmo di stima, rispetto e amore latitano. Un ritratto di un’epoca, di un paese e di una classe sociale accurato, come l’autore ci ha abituati, e se il libro ha turbato la nostra adolescenza (inutile dire il contrario, i classici si apprezzano solo dopo aver raggiunto la maggiore età, prima sono un terrificante supplizio!), questa versione per immagini detiene anche’essa un primato: l’ottima presentazione non ci provoca alcuna reazione.
Questa versione cinematografica della storia dei due fanciulli fortunelli è stata affidata a David Nicholls (lo scrittore di “One Day”) con il supporto in regia di Mike Newell (il regista di “Quattro matrimoni e un funerale” n.d.r.). E il duo, per rendere moderna la favola dal passato glorioso, ha convocato un cast composto tanto da stelle quanto da giovani promesse, alcune delle quali già incontrate sul set di Harry Potter.
Se sulla recitazione di Ralph Fiennes e di Helena Bonham Carter è difficile eccepire alcunché, qualche riserva sul protagonista invece l’ho: a tratti un po’ statico, spesso con lo sguardo da cucciolo smarrito e/o da pesce lesso e, decisamente, poco emozionato ed emozionate. Insomma, in platea non si soffriva, tifava o sperava quindi nonostante l’elegante confezione il mio voto è di sufficienza sfiorata: 6 – -. Ed ora mi sento già un po’ più buona ;)
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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