Prima di gettarvi anima e corpo nel gorgo natalizio, assicurandovi di non aver dimenticato alcun cadeaux; prima che i cartelloni dei cinema cittadini offrano solo leggerissime commedie che favoriscono la digestione dell’ennesima fetta di panettone che vi eravate ripromessi di non mangiare; prima che vi “immoliate” nell’accompagnare i bambini dei vicini a vedere le favole animate che stanno per sbarcare dal nuovo continente; prima di tutto questo inno alla gioia, sta per arrivare in sala l’opera che ha chiuso il Festival di Locarno 2011.
“E se vivessimo tutti insieme?” è un film timido ed al contempo sicuro di sé: non è stato preannunciato da asfissiante battage pubblicitario, ma sa dove vuole arrivare, ossia al cuore delle persone. E lo fa con delicatezza, quasi timidamente, sempre con il sorriso, mostrando da subito la sensibilità che contraddistingue il cinema d’oltralpe e sfoggiando un cast da capogiro.
Ma procediamo con ordine e parliamo di quella trama che indurrà molti a storcere il naso (quest’anno abbiamo già visto “Il matrimonio che vorrei”), altri ad essere prevenuti (il faccia a faccia con la vecchiaia adombra facilmente) ed alcuni a dar fiducia (ad occhi chiusi) a quel cinema francese che negli ultimi anni raramente ha deluso. Questa è una storia sull’età che avanza, esatto, su come affrontare quella che oramai è la quarta stagione della vita, quando si devono fare i conti con un fisico stanco, con una eventuale malattia incurabile, con i ricordi ancora vivi nella mente e, soprattutto, con il tempo a sfavore. Prendere coscienza che la maggior parte del proprio cammino è alle spalle non è piacevole, ma è quasi un dovere comprendere che le invadenti rughe non provochino la morte dell’anima e non spengano la joie de vivre, anzi dovrebbero spronarci a gustare ogni attimo al meglio, possibilmente accompagnandolo con un calice di ottimo vino.
I protagonisti di questa avventura, infatti, conservano in un diario le etichette delle annate che stappano, appendono alle pareti gli scatti più importanti del proprio passato, prendono di petto l’età e gli acciacchi che ne conseguono non rinunciando a goliardici scherzi e, quasi per caso, creano una buffa, inconsueta, improbabile comune il giorno in cui invadono la casa dell’amica Annie :) Il gruppo è composto, appunto, da Annie (una spassosissima e secchissima Géraldine Chaplin), da Jeanne (una Jane Fonda talmente in forma da far rabbrividire le trentenni in sala), Jean (Guy Bedos), Claude (Claude Rich) e Albert (Pierre Richard). Due coppie e uno scapolo impenitente, degli amici che non si danno per vinti e condividono il focolare domestico, perché l’unione fa la forza. La quotidianità non sarà semplice, tra scaramucce, famigliari assurdi e malattie, quello che però non mancherà mai sarà il buon umore e una ventata d’aria fresca con l’avvento dell’inizialmente dog-sitter poi tutto fare e co-inquilino Dirk, un giovane studente di origine tedesca (Daniel Bruhl).
Il film è una gentile storia d’amore, amicizia e rispetto, imperniata sulla condivisione e comprensione dei momenti più difficili dell’esistenza che ci farà ridere, pensare, sospirare e sperare di riuscire a costruire rapporti solidi e veri come quelli che vediamo sul grande schermo. Con una confezione così precisa e priva di sbavature ed una recitazione davvero spumeggiante, rimaniamo impressionati quando scopriamo sia il primo lungometraggio del regista. Il nostro supporto diviene quindi inevitabile. Promosso!
Consigliato a coloro che non hanno paura di pensare al domani.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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