Robot ovunque, un futuro dietro l’angolo e Hugh Jackman che fa a pugni: decisamente tre elementi che incollano alla poltrona qualunque amante degli X-Men (ed in generale della fantascienza)e dei macho-men. “Real Steel” è un film che già dal titolo garantisce uno sfavillante spettacolo ed un cocktail di azione, adrenalina e fantasia per una serata in dolce (forse) e roboante (sicuramente) compagnia. Cosa pretendere di meglio in queste giornate sempre più fredde?
In effetti, di macchine più o meno senzienti ve ne sono parecchie e sferragliano non poco dato che se le danno di santa ragione stando addirittura su un ring tutto per loro! Siamo, infatti, in un futuro non troppo lontano, in cui abbiamo abbandonato gli sport violenti per lasciarli ai robot. Infine, i nostri simili hanno capito che farsi spappolare il fegato a pugni non sarà mai abbastanza remunerativo, quindi il mondo dello sport, in particolare della boxe, accetta solo imbullonatissimi partecipanti. Lasciata la fisicità agli automi, che si pestano come dei fabbri, lo scontro tra gli uomini si sposta a livello intellettivo: chi riuscirà a progettare il robot più agile, magari a farlo diventare un vero e proprio androide?
Quindi testosterone a mille, botte da orbi e… una storia d’amore naufragata in sottofondo e soprattutto un coprotagonista che non supera il metro e mezzo di altezza. Esatto, al fianco di un uomo ex-pugile finito e padre fallito (Hugh Jackman) vi sono una donna inossidabile (Evangeline Lilly) ed un bambino (Dakota Goyo) che porterà via man mano che i minuti passano la scena a papà reggendola sino all’ultimo fotogramma. Intuibile quindi che l’azione verrà messa un po’ alle corde dai buoni sentimenti durante la seconda metà della pellicola.
Una parabola dello sport, della violenza e dei valori dell’uomo che si affianca a combattimenti da futuristico videogioco e qualora aveste un cuore grande (ma davvero capiente) che trabocca amore, non rimarrete delusi: l’importanza del riscatto, della seconda chance che non si deve negare a nessuno, del perdono e della famiglia in cui quando regna l’armonia, la qualità della vita tocca picchi irraggiungibili coronano quest’opera trasformandola in film per famiglie. Infatti, la convivenza di più generi rende il racconto adatto a persone con gusti anche molto differenti tra loro.
Ispirata al racconto di Richard Matheson “Acciaio”, e già serie televisiva in passato, questa è la storia di Charlie (ex pugile) e di suo figlio Max. I due devono trascorrere un’intera estate insieme dopo 10 anni in cui non si sono mai visti, sono quindi due sconosciuti che scopriranno passioni comuni, impareranno a convivere coi difetti dell’altro ed a spronarsi vicendevolmente sino alla fine della vacanza, quando avranno costruito delle solide basi per un rapporto che completerà entrambi. E tutto questo grazie a due robot: Noisy Boy prima e Atom dopo.
Un ritorno alle origini sotto vari aspetti, di fatto una storia vecchia come il mondo che riesce ad intrattenere e lascia libero lo spettatore di decidere se concentrarsi sul lato umano e drammatico della vicenda oppure se godersi l’aspetto ludico e luccicante, motivo per cui, nonostante non sia il mio genere, lo promuovo: voto 6+. Ben confezionato e perfetto film da weekend.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”