C’era una volta Timo, un bimbo di Pompei, salvato dalla distruzione della sua città da un generale Romano. Arrivato nella capitale, Timo viene allenato dal padre adottivo per diventare gladiatore mentre cresce con la bella Lucilla di cui si innamora perdutamente. Il tempo passa e Cassio si mette sulla loro strada imponendo a Timo di scegliere se battersi per Lucilla o dimenticarla. Timo è il protagonista della storia di cui parliamo oggi ed è l’eroe su cui abbiamo puntato per abbattere le frontiere (inter)nazionali e portare lontano l’animazione di casa nostra, sfruttando il nuovo smalto dato al genere da “Ice Age“, “Madagascar” ed i loro predecessori.
Per tentare il grande salto, abbiamo alleggerito da strati di polvere secolare il nostro glorioso passato e l’abbiamo narrato in chiave pop. Catapultati nella Roma imperiale, incontriamo i nostri antenati che sono, ovviamente, all’avanguardia, molto glam, ambiziosissimi (un po’ come oggi ;) ) e terribilmente umani. Gli uomini, i gladiatori, sono infatti goffi, maldestri, deboli nel corpo e nella mente e per conquistare la propria dama sono disposti a tutto, scorciatoie magiche comprese, mentre le donne sono un sogno, intelligenti, belle e difficili da conquistare.
Insomma, tutti vogliono vivere le favole e Iginio Straffi ce ne propone una antica ma moderna, di sicuro nota a tutti, che però dividerà il pubblico.
Non piacerà perchè…
Siamo di fronte ad un’animazione per bambini che nonostante provi a coinvolgere i più grandi, riesce solo a strappare qualche risata. Perché è lodevole offrire uno spaccato della quotidianità di 2000 anni fa, accomunandola a quella odierna (Roma è vitale, colorata e colorita nel linguaggio oggi come ieri), ma i suoi protagonisti non raggiungono mai lo spessore degli eroi nati oltre oceano: l’avventura di Timo è ricca e divertente, ma è portatrice di una morale molto (forse troppo) superficiale. Da ultimo, perché il racconto delle nostre origini procede al ritmo delle migliori canzoni anni ’80 e ’90 con chiari rimandi alla storia del cinema e della musica che non verranno mai colti dai piccini e sono poco sfruttati se indirizzati ad un pubblico adulto.
Piacerà, invece, perché…
Onestà, perseveranza e amore tornano in auge dopo un periodo in cui pareva non fosse di moda insegnarli. Perché questo cartone animato, che non ha plot o protagonisti sopra le righe, spicca per la semplicità della sua storia, per il ritmo e soprattutto per quella terza dimensione che fa di “Gladiatori di Roma” uno dei cartoon col 3D più convincente degli ultimi tempi. Onore al merito a coloro che hanno lavorato al progetto: i nostri eroi sono lucidi, patinati, tremendamente voluminosi e decisamente bucano lo schermo e tutto ciò è piaciuto davvero tanto ai presenti in sala.
Quindi il voto finale è 6+
Non diventerà una pietra miliare della cinematografia (mancano l’irriverenza di Shrek, il disegno di Ice Age o lo spessore delle favole Disney) ma siamo sulla buona strada. La prossima volta potremmo osare una ritoccata alla grafica vintage e, magari, potremmo prendere in prestito i doppiatori dal teatro ;)
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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