Un trailer accattivante, un primo attore che apprezzi sin dal sorprendente “Goodbye Lenin” (e visto recentemente in “7 Days in Havana”), i coprotagonisti presi da Cella 211 (di nuovo la convincente Marta Etura vista poco tempo fa nel thriller “Bed Time”), il marchio di fabbrica iberico che sta per tramutarsi in garanzia di suspense e il gioco è fatto: tutti curiosi al punto da correre in sala.
Siamo sulle montagne in un futuro lontano, ma in cui la realtà appare molto simile a quella che scorgiamo fuori dalla finestra, la più grande techno-novità pare essere una quotidianità condivisa con robot factotum che ci alleggeriscono la vita. Le auto un po’ retrò, le casettine di montagna come in molti luoghi sull’arco alpino ed i maglioni in lana ornati da treccioni ingombranti ci ricordano la nostra infanzia e in pochi fotogrammi ci portano nell’innevatissima cittadina universitaria in cui sta facendo rientro Alex Garel, un uomo tanto geniale quanto scapestrato.
Ricondotto all’ovile per portare a termine un progetto abbandonato da una decade, Alex ritrova il fratello David infine appagato ingegnere, la ex (Lana) che nel mentre è divenuta parte della famiglia e, un giorno per strada, incontra Eva, una bambina vivace, sveglia ed estremamente divertente. Un modello da imitare per rendere il mondo migliore, soprattutto un esempio per i coetanei: basta bambini noiosi!
Molti i piccoli segreti, troppe le frasi rimaste in gola per non ferire nessuno, enorme il sentimento che aleggia per tutto il tempo tra i due ex-amanti. Un velo di tristezza è ovunque ed è amplificato dal clima inclemente che ci accompagnerà per tutta la durata della pellicola, mentre gli interni in legno, che ricordano il caldo focolare, determinano i momenti di conforto che diverranno sempre più rari con lo scorrere dei fotogrammi che ci conducono all’epilogo che chiuderà il cerchio.
I tre ragazzi sono menti brillanti in prestito alla scienza, dipendenti dell’università locale. Ognuno con il proprio ambito di eccellenza, tutti complementari, un tempo giovani intraprendenti e complici oggi imbarazzati adulti scesi a compromessi con sé stessi. L’equilibrio precario raggiunto si incrinerà dopo poco e il pubblico lo sa al punto da riuscire a godersi le parti condite di leggero sarcasmo. Eva conquista non solo il geniale Alex, ma pure tutta la sala, soprattutto quella parte che sta assistendo alla pellicola nella totale inconsapevolezza di cosa celi il film sullo schermo.
Il segno lasciato da “Blade Runner” è tangibile ed è plausibile vi sia un vero e proprio inchino ai padri della cinematografia di genere, gli androidi/droni di “Guerre Stellari” sono un esempio da seguire e questo film ce lo ricorda riportandoli tra noi e non manca neppure un rimando a “AI”. Thrilling ovattato, fantascienza che rimane su sentieri già battuti, storia inedita ma solo per coloro che non si siano imbattuti nel trailer o nelle clip. Primo lungometraggio di un regista promettente che è riuscito a convincere la produzione, un cast di alto livello nonché i numerosi curiosi presenti in sala che normalmente non si nutrono di pane e sci-fi.
Opera bellina, garbata e a tratti (troppo) delicata che purtroppo sa di già visto. Sufficienza raggiunta grazie alle performance del cast ed al fatto che nessuno abbia voluto strafare. Voto: 6+
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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