Gotham City è decadente, grigia, umida più che mai, in alcuni momenti pare possibile sentire l’odore di erba o asfalto bagnato e Bruce Wayne è divenuto l’ombra di sé stesso, è un recluso in casa propria, si punisce per colpe non sue, non reagisce e gli affari non possono che andare a rotoli. Ma una sera una incantevole fanciulla viola la sua cassaforte, si scontrano, lei non lo teme, lui si scuote di dosso la polvere e la insegue. Così si apre il nuovo capitolo dedicato ad uno dei supereroi più amati dal pubblico, una storia che Christopher Nolan ha riscritto per adattarla al periodo cupo che stiamo vivendo.

Ed in effetti, la città triste sullo schermo è la versione sbiadita/ il negativo di una delle metropoli più vive ed uniche al mondo (la riproduzione dell’isola e la rievocazione di eventi recenti in alcuni passaggi ci fa confondere l’immaginario con il reale) e la sua popolazione è tutto ciò che un abitante della Grande Mela (grazie al cielo) non sarà mai! Questo lo sfondo in cui il nostro eroe, insopportabile (lui stesso si trova irritante), con la maschera in naftalina ed il mal di vivere, diviene il bersaglio di un oscuro figuro, Bane, molto più abile e capace dell’uomo-pipistrello di oggi e melliflua incarnazione della tirannia (ma guarda un po’).

Nolan ci propone un vero e proprio kolossal come non se ne vedevano da tempo. Uno dei pochi registi che sforna un film costoso e se lo ripaga in men che non si dica, tutti tirano la cinghia e lui è così abile da incollarci alla seggiola per quasi tre ore, in cui accade così tanto da non farci avvertire lo scorrere del tempo e da farci uscire con una gran voglia di ritornare in sala. L’immedesimazione dello spettatore, nonostante siamo di fronte ad un personaggio di un fumetto, è impressionante: c’è la crisi, siamo tutti tristi e all’orizzonte vediamo grigio, lo spettacolo sullo schermo è esattamente lo scenario che nessuno di noi vorrebbe vedere ma che temiamo sia il più plausibile in un futuro non troppo distante.

Anche Batman ne è cosciente e lascia che l’uomo-Bruce (Wayne) scivoli verso il baratro, intanto non pare che nessuno senta la mancanza sua o dell’eroe di cui tutti avrebbero bisogno. Nonostante sia facoltoso, riesce a sembrare l’uomo medio e la sua reazione agli eventi inizialmente coincide con quella di chiunque, poi con quella che vorremmo avere anche noi seduti in platea, ma che non saremo mai in grado di mettere in atto. Sullo schermo vi è la versione romanzata delle nostre vite ed i principi, le lezioni, la morale a stelle e strisce non potevano mancare, ma è giusto così, perché ci piacciono (!) e rendono la situazione ancora più coinvolgente.

E poi, c’è Christian Bale che ci lascia di stucco con una recitazione intensa e ricca di umanità, nonostante vesta i panni di un personaggio della DC Comics: è sofferente, apatico prima combattivo dopo, e ogni suo muscolo, sguardo o mossa ci comunica un così intenso pathos da farci percepire il dolore, l’ansia, il timore e la paura. Condividiamo il suo stato fisico e psicologico, ma stiamo vedendo un fanta-film e non eravamo preparati ad una cosa simile!

Inatteso e strabiliante inizio della nuova stagione cinematografica, mi inchino al cineasta, al cast, agli effetti, a tutti, e, in attesa delle prossime evoluzioni, il mio voto è 8 e ½ , in barba a coloro che hanno criticato il finale di un film che è davvero  p o t e n t e.

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno | Secondo trailer italiano ufficiale