Protagonisti di questo sorprendente film sono una giovane coppia ed un neonato, il problema è che il piccolo Tim alla notte non dorme, la soluzione è una conciliante gita in autostrada (solo i 130 km/h paiono placarlo) e il risultato è che i due neo-genitori dopo nove mesi di corse notturne sono letteralmente stravolti, al punto che una di queste sere si fermano ad una area di servizio, con leggerezza scendono dal veicolo e… accade l’impossibile: furto (della loro auto) con sequestro involontario del pargolo!
Si sa, la disperazione non fa ragionare, la follia è contagiosa e reato porta reato, così prende il via un triplice inseguimento per i più vari motivi. In tutto questo l’innocente virgulto è quello che se la cava meglio, sicuramente è colui che supererà questa inattesa avventura con minori traumi rispetto agli adulti coinvolti. Certo, perché oltre a due stolti ed improvvisati ladri d’auto, avremo un rapinatore con un fastidioso problema di salute, un maniaco e, ovviamente, Livia e Marco all’inseguimento della scassatissima Golf a bordo della quale loro figlio cerca di trascorrere una serena notte di sonno sulle note del migliore rock anni ‘90.
Le situazioni grottesche e divertenti non mancheranno in questo film che si regge sulla crescente tensione e sul sempre più evidente dramma. Avvolto dall’oscurità della notte, quasi in tempo reale, per la maggior parte del tempo all’interno dell’abitacolo, con attori per lo più in primo piano mentre hanno concitati ed isterici scambi (tutte situazione che non fanno sconti nel caso di cast non all’altezza – per fortuna non è il nostro caso…), questa pellicola riesce a sorprenderci nella sua capacità di tenerci incollati allo schermo.
I temi toccati sono davvero molti, dal pericolo che si corre superando con leggerezza i propri limiti, alla costante credenza che la nascita di un figlio possa appianare precedenti problemi di coppia e l’annosa domanda sino a dove sareste disposti a spingervi per riavere ciò che è vostro. Il regista Christoph Schaub si dimostra abile nel dipingere i difetti e le comuni reazioni dell’essere umano e predilige la coerenza con la realtà, peculiarità che si rivelerà fondamentale nello strapparci inattese risate o nel presentarici situazioni di alta stupidità umana.
Certo è che l’immagine del quieto alpeggio svizzero non è esattamente quella che doveva avere in mente il regista di questo godibile dramma che prescinde da luoghi o cultura e che qualitativamente potrebbe facilmente venire scambiato per un prodotto a stelle e strisce. Vedere per credere! Voto: 7 ½
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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