Festival del Film Locarno 2012 – Cineasti del Presente: Orléans

Joane e Sylvia sono due giovani  carine e disponibili, ma solo all’interno del locale dove lavorano. Sono spogliarelliste, o pole dancer che dir si voglia. Colleghe da poco, contrariamente al solito, legano subito, si spalleggiano, sognano e si divertono insieme nel tempo libero. E’ così che un pomeriggio, durante una passeggiata nei boschi, s’imbattono in una dama in armatura e nel suo bellissimo cavallo bardato. E’ il giorno della commemorazione di Giovanna d’Arco,  nella cittadina vi è una ricostruzione in costume degli eventi e le due ragazze si sono imbattute in colei che indossa i panni della celebre protagonista.

© Festival del film Locarno

Mentre Joane e Sylvia vengono fagocitate dalla festa, in sala ci domandiamo come sia possibile provare insofferenza con una pellicola che dura solo un’oretta. Sta di fatto che la lettura dell’opera del regista Virgil Vernier non ci soddisfa. Chiara è la volontà di offrire un parallelismo tra le figure femminili, contraddittorie sono invece le possibili interpretazioni. Da un lato sembra dirci che la condizione della donna non si sia molto evoluta nei secoli nonostante quanto possa apparire a prima vista. Da un’altra prospettiva invece potrebbe voler condividere, soprattutto con noi femminucce, la sua ammirazione perché, non importa chi siamo e cosa facciamo, noi siamo una forza della natura soprattutto tenuto conto che le prendiamo sempre e comunque, ma ciò non ci toglie mai del tutto il sorriso e la voglia di vivere.

Qualsiasi sia il messaggio, il mio sopracciglio rimane inarcato e non riesco ad abbassarlo. Il pretesto poteva essere buono, la realizzazione ai limiti del documentario dedicato alla festa patronale di turno invece potrebbe essere una scorciatoia per nobilitare i propri limiti. Forse un approfondimento, anche solo con l’ausilio della rete avrebbe potuto placarmi, ma la curiosità di dipanare i dubbi non è mai sorta. Quindi, a costo di sembrare leggera e tranchante e rischiando di andare contro corrente, stronco con l’insufficienza piena un’opera che pare essere stata apprezzata al punto da meritare proiezioni extra al fine di soddisfare l’alta richiesta. Voto: 4 e 1/2.

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