La Congiura della Pietra Nera è un mix di avventura, azione, suspense e poesia in perfetto stile orientale. Due ore di un equilibrio oramai raro per una storia (ricca di volti noti) perfetta per un film cappa e spada che possa venir apprezzato da noi fracassoni del nuovo mondo. E questo John Woo lo sa bene quando decide di proporci le avventure di una donna tanto bella e giovane quanto temibile assassina, “Pioggerellina”, che dopo aver fatto parte per anni di una banda di criminali (la pietra nera, appunto) decide di redimersi e tornare sulla retta via, cosa che le costerà molti sacrifici e promesse che più o meno infrangerà.
Il destino talvolta è beffardo, si sa, e il film ce lo ricorda mentre i protagonisti non smettono di alternare frasi memorabili, appartenenti ad una cultura sicuramente distante dalla nostra ma carica di storia e saggezza popolare da farci venire i capelli bianchi, a fluttuanti e mirabolanti battaglie notturne che ci regalano danze di morte che non turberanno i nostri sonni. Non mancano neppure i temi cari a John Woo, primo tra tutti il cambio di identità e sembianze (Face Off docet), per noi un vero sigillo di garanzia che il nome del regista non sia solo uno specchietto per le allodole su una locandina.
I colori non vogliono accecarci, tutto è ovattato e delicato, dopo il film blu (la tigre e il dragone) e il film verde (la foresta dei pugnali volanti) questo lo definirei il mio personale film sabbia/carta da zucchero. Neppure il sangue (che scorre a fiumi) ha tono cangiante, nulla è splatter, tutto pare avvolto da una magia che ci fa tornare fanciulli. Ci ritroviamo, infatti, in sala con il nasino all’insù a seguire i nostri beniamini, a tifare per una fanciulla che pur essendo una sanguinaria ci piace: lei è buona d’animo, è l’unica che ha visto la luce e stimola un sentimento e poi, i tanti brutti ceffi che popolano la pellicola si danno un gran da fare a farla fuori!
Pioggerellina non è indifesa, se non perché lo vuole, e noi lo sappiamo in ogni inquadratura, avrà una sola opponente donna, ma troppo impulsiva e avida di potere e conoscenza per riuscire ad essere una vera minaccia. Sarà un nutrito manipolo di sicari a darle del filo da torcere, ex maestri, ex compagni e ex amici. Imperturbabile la nostra forte eroina rimarrà coerente sino all’ultima inquadratura senza però risparmiarsi e risparmiarci sorprese, rivelazioni e combattimenti senza sosta.
Come già capitò lo scorso anno con Detective Dee, anche in questo caso rimaniamo rapiti e totalmente avvolti dalla magia di una cinematografia che viene da terre lontane e, grazie al cielo, ci allieta nelle notti d’estate con le sue avventure dalla misteriosa alea. La protagonista è di innegabile bravura e la sua bellezza impreziosisce ogni inquadratura, non stupisce quindi leggere che questa opera sia riuscita ad “incantare il pubblico della 67ma mostra del cinema di Venezia” e noi non possiamo che consigliarvela caldamente. Voto: 8.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”