In questa calda estate 2012, Milano e lo Spazio Oberdan dedicano i loro spazi ai Nuovi Futuristi, corrente artistica nata alla metà degli anni Ottanta con una dichiarata ispirazione alla tendenza culturale più dirompente di tutto il Novecento. Da appassionato di quegli anni e di quei personaggi, di scrittori che costeggiavano l’irredentismo e pittori che scoprivano – come me – che il volo di un idrovolante poteva essere storia e poesia, ho la tendenza a considerare con un certo sospetto richiami ad un era che fu e non sarà mai più, temendo scimmiottanti grotteschi o copie plateali.
Sorprendentemente – ma forse non troppo – ho apprezzato questa coloratissima immersione che si apre proprio con un omaggio ai “vecchi” futuristi, con la presentazione di alcune opere di Balla e Depero che vogliono in qualche modo dare il via ad un dialogo: da una parte i padri storici e fondatori, con i loro collage di panni, e dall’altra i “nipoti” di quella generazione di artisti. Ed è una nidiata che, a mio modestissimo parere, produce dei frutti niente affatto disprezzabili.
In un comprensibile e apprezzabile impeto modernizzatore infatti, se del futurismo si mantengono le impostazioni originarie, si tende contemporaneamente sia all’affermazione di nuove tematiche, con una certa commistione con il gioioso mondo dei mass media, che all’utilizzo di nuovi e moderni materiali che certo non erano a disposizione degli artisti di inizio Novecento: led, neon, colori che si avvicinano allo Stabilo Boss quanto a contenuto evidenziatorio, resine e poliesteri trionfano e accompagnano le pupille del visitatore.
Ci si aggira così fra le opere venate di critica sociale di Marco Lodola e i i trittici di richiamo quasi classico di Gianantonio Abate, in cui mi piace sottolineare una costante presenza aeronautica che richiama tanto i vagiti da me tanto amati dell’aeropittura. Ci si dedica poi ad una passeggiata fra evidenti richiami all’arredamento e al contesto urbanistico in generale, quasi a segnalare una maggiore accessibilità di un’arte che non vuole rinchiudersi nei musei o nelle gallerie ma vivere fra abitazioni e tessuto cittadino.
Esposizione perfetta per una rapida visita nel fine settimana, un’immersione colorata e non scontata nel mondo di un gruppo di artisti certamente diversi dal solito, con la gradevole caratteristica di non costringere a tirar fuori il portafoglio ;-)
Informazioni
“Nuovo futurismo”
c/o Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2, Milano
20 giugno – 9 settembre 2012
orari 10-19.30
martedì e giovedì 10-22
chiuso il lunedì
Ingresso libero
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
Grazie per la visita e gli apprezzamenti! Ricordo che il 10 luglio alle 18 Renato Barilli terrà una conferenza con successiva visita guidata con la partecipazione degli artisti, a presto Dario Brevi