New York, anni 70, due ragazzi s’incontrano e sembra di vivere una favola: lui giovane rampollo di una delle famiglie più influenti e potenti della città, lei innocente ragazza di provincia con tanti sogni nel cassetto e molte potenzialità che attendono solo un’occasione. Dopo il primo fortuito incontro, si piacciono e decidono di non lasciarsi più rimanendo il più a lungo possibile in quella bolla meravigliosa che li circonda. Inizialmente inseguono gli strampalati sogni tipici dei giovani non solo di quell’epoca e falliscono quindi il padre, inflessibile mastino immobiliarista, ha terreno fertile per entrare a gamba tesa nella vita della coppia e riportare all’ovile il suo primogenito. La voglia di fuga, di affermazione di sé come qualcosa di distinto dalla famiglia, un qualcuno dall’io unico ed irripetibile fallisce e l’incanto svanisce in un lampo.

 

Antichi ricordi, traumi, debolezze riaffiorano e il rapporto si incrina sino a rasentare il paranoico, qualcosa di oscuro si insinua tra i due, una serie di ambigue figure appaiono e le situazioni si fanno sempre più tese sino ad una sera in cui lei svanisce. Ecco l’incipit di un film che prende spunto da un enigma ben noto alla popolazione della Grande Mela. Esatto, siamo di nuovo di fronte ad una storia vera (in cui il protagonista è ancora vivo e vegeto), che viene trasposta sul grande schermo dal regista di Andrew Jarecki dopo aver studiato atti processuali, letto dichiarazioni e spulciato un bel po’ di archivi. Un caso irrisolto del 1982 tornato agli onori della cronaca dopo che il protagonista è stato accusato di un delitto per quale però non è stato condannato (e molti sono pronti a dire “di nuovo”!).

 

Quale sia la verità oramai non credo verrà più a galla, gli elementi però inducono molti a credere che l’uomo sia il classico dissociato che l’abbia fatta franca: infanzia traumatica, un padre dalla presenza invadente, e chissà cos’altro hanno sicuramente contribuito a sparamentrare l’erede al trono e già così di materiale per un film ricco di suspense e thrilling ve ne sarebbe abbastanza, se poi vi aggiungiamo che la mogliettina è bella e sparisce nel nulla dopo che il rapporto aveva assunto tinte violente, beh non v’è dubbio che i sospetti si moltiplichino e che la versione cinematografica sia servita su un vassoio d’argento.

Inutili le critiche mosse all’interpretazione di Ryan Gosling: se vi ha irritato, se vi ha messo a disagio, se i sui sguardi semi-assenti (da molti definiti imperscrutabili) hanno risvegliato i vostri istinti primordiali allora arrendetevi, vuol dire che la trasformazione è riuscita! E, in effetti, il nostro sex symbol pare a suo agio nei panni di un uomo poco loquace, ambiguo e sempre più fuori controllo  e riesce ad offrirci un David Marks davvero credibile. Parimenti non dovrebbe stupire che a Kirsten Dunst sia stata affidata la parte della sposina: abbiamo ancora negli occhi la debole e finta fragile Justine di “Melacholia” e qui ci pare solo più cresciuta, ma forse è solo sopravvissuta all’Apocalisse di Lars Von Trier ;)

 

Non è un capolavoro, piuttosto è un compitino svolto bene, che non fa male a nessuno, con un accurato cast (che sicuramente da un apporto notevole alla riuscita della pellicola) ed una notevole attenzione ai dettagli nel ricreare un’epoca non abbastanza lontana per poter commettere errori marchiani: gli anni ’80 distano solo 30 anni ed i nostalgici li ricordano ancora molto bene!

Love & Secrets - trailer italiano