Cannes 2012 – Competition: Reality vince il Grand Prix!

Non ci siamo dimenticati dell’unico film italiano in concorso, volevamo solo arrivare a ridosso della premiazione per chiudere proprio con le nostre impressioni sulla nuova opera di Matteo Garrone. Poi, questa mattina le voci si son fatte davvero insistenti, si parlava di un “richiamo” del regista (il quale era già rientrato) sulla Croisette. A questo punto, abbiamo deciso scaramanticamente di attendere, così da festeggiare l’eventuale premio pubblicando il nostro approfondimento sull’unica opera tricolore in competizione. Una pellicola decisamente differente dalla precedente che denota una voglia di evoluzione e  di non venire etichettati come registi di genere. Certo, doversi confrontare con “Gomorra”, film pluri-premiato e apprezzato all’unanimità in più di un continente, non è semplice ma Garrone non ha mai peccato di coraggio.

“Reality” ci mostra un paese, la nostra Italia, che non ci piace e che facciamo di tutto per non vedere al punto da trovarlo fastidioso ed essere forse i più severi giudici. Perché se la pellicola precedente ci rendeva orgogliosi di aver osato produrre un’opera simile, questa evidenzia il nostro lato più debole, la miseria umana che molto facilmente si può toccare, e ciò ci infastidisce assai perchè l’immedesimazione è li che ci attende dietro l’angolo. Basta poco, infatti, per intraprendere il sentiero sbagliato, valicare inconsapevolmente l’impercettibile confine che divide la determinazione dall’ossessione e compiere un vero disastro.

Foto di Oreste Pipolo © 2012 Top Ten Group. All rights reserved.

E così seguiamo le vicende di Luciano, un pescivendolo di Napoli che, inizialmente convito dalla famiglia, si presenta alle selezioni per divenire concorrente del Grande Fratello poi, una volta approdato alla seconda scrematura in quel di Roma, si convince di avere delle reali chances di riuscita e che ciò potrebbe portare benessere in famiglia. La voglia di riscatto, di protagonismo, di avere una vita ricca di lustro e lustrini senza faticare (esattamente l’opposto di quanto sta vivendo) porta il nostro protagonista a perdere letteralmente il senso della realtà al punto da porre in essere un’interminabile serie di comportamenti ossessivi che sfiorano il ridicolo.

La pellicola di Matteo Garrone si presenta, infatti, come una vera e propria commedia amara o dramedy (se volessimo utilizzare una efficace dicitura anglofona), la triste e talvolta tragica realtà rappresentata ci strappa più di un sorriso, ma al contempo ci fa prendere drammaticamente coscienza di quanto diffuse siano queste situazioni. Ci bastano infatti pochi secondi per ricollegare i fotogrammi che stanno scorrendo davanti ai nostri occhi con scene di quotidianità a cui abbiamo prima o poi tutti assistito o ascoltato (una telefonata distrattamente percepita su un autobus, una conversazione vista in metropolitana o una discussione tra parenti origliata di sfuggita) e ciò non piace.

Fa male ammetterlo, ma con garbo e colore, mai calcando la mano, anzi alleggerendo spesso il messaggio grazie a personaggi pittoreschi e situazioni caricaturali, il regista ci mostra una realtà che non rimane entro i confini della città di Napoli. Con accenti diversi, magari con maggior aplomb e meno trasporto, ma la percezione distorta della realtà sta contagiando più persone di quanto si creda. Le motivazioni sono molte e le più  varie, la televisione, la crisi e la conseguente voglia di evasione, oppure la troppa fiducia nelle proprie capacità di autodeterminazione, tutte valide ma non sufficienti a giustificare una popolazione che a tratti pare in volontaria avaria.

Tutto è gradevole, equilibrato in questo gioco di dramma-commedia, colorato come pochi nostri altri film e scorre veloce verso la meta. La sensazione è che verrà percepito come commedia man mano che ci si allontanerà dai confini nazionali, con la conseguente etichettatura di film leggero, mentre più si sarà dentro il Bel Paese più risulterà una pillola amara. Lo scritto originale a questo punto chiudeva così: Probabilmente non ha carte sufficienti per portare a casa il premio più ambito ma ciò non vuol dire che non sia un buon prodotto, anche perché tenere testa all’imponente presenza d’oltre oceano in Croisette è impresa non di poco conto. Ora invece possiamo lasciarvi sicuri che questo Reality sia piaciuto non solo a noi!

 

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