Quale sia il legame affettivo che provo per Nereo Rocco ve lo dice la pagina “Gli Autori” di questa nostra casetta virtuale: dovendo scegliere la copertina di un libro dietro cui nascondere il volto, è stato quasi immediato pensare a “El Paron”, biografia del leggendario allenatore triestino scritta dall’ottimo Giuliano Sadar. E’ stato quindi con un misto di riverenza e di paura che mi sono accostato alla mostra organizzata nella splendida cornice del Magazzino 26 al Porto Vecchio di Trieste in occasione del 100° anniversario della sua nascita: la riverenza era dovuta al rispetto per una figura su cui avevo cercato di leggere e vedere tutto nel corso del tempo, e la paura era quella – inevitabile – di una delusione legata alla grande aspettativa.
Mai stato tanto felice di essermi sbagliato: l’esposizione – e si avverte la mano di Gigi Garanzini, autore del meraviglioso “Nereo Rocco – La leggenda del Paron” – riesce a trasmettere con assoluta efficacia l’unicità del personaggio, l’incredibile umanità, quella visione sempre divertente della vita e del calcio che i mille e mille aneddoti raccontati da chi ha avuto la fortuna di incrociarne l’esistenza fanno traboccare ad ogni occasione. E’ una costante: ogni incontro, ogni servizio televisivo, ogni trasmissione (non ultima una recente puntata di “Che tempo che fa”) sviluppano la storia di Rocco basandosi sui racconti dei suoi calciatori o di giornalisti, e ne esci sempre con un sorriso (o una fragorosa risata) che dopo un secondo lasciano lo spazio al pensiero.
Il calcio, certo, è cambiato tanto, e non lo dico solo da feritissimo tifoso alabardato. Passeggiando per le sale della mostra, emerge la personalità di un Uomo in grado di porsi come educatore e come fratello maggiore, mantenendo sempre indipendenza di pensiero, onestà intellettuale, fierezza. Capitava così che al giornalista che prima di Padova-Juventus (Rocco allenava i veneti) aveva rivolto il tradizionale “Vinca il migliore” venisse risposto “Ciò, speremo de no”, o che il giocatore che si lamentava per una panchina di troppo si sentisse rispondere “Decision della siora Maria” (cioè sua moglie). E stiamo parlando del Rocco allenatore del Milan, evidentemente in grado di stemperare con una battuta anche le aspirazioni di campioni già affermati.
Tra spezzoni di video d’epoca, recuperati grazie a Rai Teche, fotografie ed oggetti storici non si può non avvertire l’amore e la riconoscenza che un mondo non troppo incline ai sentimentalismi come quello sportivo ed una città hanno voluto dedicare ad un suo grande protagonista: un paio di ore fa sono salito in taxi a Linate ed il conducente, indagata l’origine triestina non solo del volo ma anche della mia nascita, ha immediatamente esclamato “Triestino come Nereo Rocco!”. Aveva il portachiavi del Milan e un leoncino rossonero a penzolare sopra il cruscotto, certo, ma non deve essere un caso se un concorso ideato dal settimanale “Forza Milan!” ha eletto proprio il Paron come allenatore del secolo a suon di voti dei lettori. Ok Sacchi, Capello, gli Invincibili, ma quello rimasto nei cuori è Nereo Rocco.
Prima di lasciar spazio ad una piccola gallery sulla mostra, che consiglio davvero di visitare a chiunque ami il calcio e a prescindere dai colori di appartenenza, lascio con un ricordo di Gianni Mura:
Ogni tanto si rivede uno spezzone, in bianco e nero, di un lungo servizio di Gianni Minà a Trieste. Anno 1974: al tavolo, sotto il pergolato della casa di via D’Angeli, Rocco e Brera. Sul tavolo una quantità impressionante di bottiglie, qualcuna se ne vede anche adagiata tra l’erba. E’ un esempio di come si trattava (e non si tratta più) lo sport. E non serve dire che è normale, è morto Rocco, è morto Brera. E’ morta anche la voglia di fare bene le cose, di dare gli spazi giusti. E comunque questo fu il commento di Rocco alla fine: “Ciò, me gavé fato un danno de mezzo milion”.
Informazioni
100° Nereo Rocco – La leggenda del Paròn
dal 15 maggio al 31 luglio 2012
Trieste, Magazzino 26, Porto Vecchio
Orari:
da domenica a giovedì 10.00 – 21.00
venerdì e sabato 10.00 – 23.00
Info:
http://www.mostranereorocco.it/
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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