Oggi vi racconterò di due libraie.
La prima è l’elegantissima signora che ti accoglie alla Libreria del Corso di Milano, e che mi ha salvato mentre stavo per comprare la seconda copia di un romanzo già letto, pubblicato da un’altra casa editrice (e ci sta) e con un titolo diverso (e ci sta un pochino meno). Avvertita la delusione per un acquisto sfumato e, soprattutto, per un giallo che mi avrebbe fatto compagnia nelle ore a seguire, mi ha indirizzato efficacemente verso “Assassinio in libreria” di Lello Gurrado, titolo che mi ha regalato – come vedremo – veri momenti di purissimo divertimento letterario. Questo è dunque un sentito ringraziamento.
La seconda libraia è, suo malgrado, protagonista della trama del libro di Gurrado: si tratta di Tecla Dozio, nota per essere stata anima della libreria Sherlockiana che a Milano ha cullato generazione di lettori gialli e di autori prima di concludere qualche anno fa la sua avventura nella tristezza di tutti.
Nella romanzo di Gurrado – accompagnata da una delle bellissime copertine a cui Marcos Y Marcos ci ha abituato negli ultimi anni – alla povera Tecla è riservato un ruolo sicuramente centrale ma altrettanto scomodo: quello della vittima. Osserveremo infatti un assassino muoversi nel corso di una delle leggendarie feste organizzate in via Peschiera fra semplici lettori ed una larga selezione di giallisti italiani, fra cui un “fumante” Andrea Camilleri (l’unico a cui sia consentito accendere una sigaretta all’interno della libreria), Carlo Lucarelli, naturalmente in nero, e poi ancora Carofiglio, Faletti, Carlotto, Fois, e gli immancabili milanesi Pinketts, Roversi, Biondillo, e via andare. Per una volta, quindi, i nostri amati scrittori diventano essi stessi protagonisti di un libro, e cosa possa accadere nel momento in cui scoprono l’assassinio della loro libraia preferita è intuitivo: si metteranno ad indagare!
Le indagini degli autori si sovrapporranno a quelle ufficiali (dove gli investigatori, come in ogni giallo che si rispetti, brancolano nel buio) e avranno una svolta che sarà agevolata dal comparire sulla scena di una serie di colleghi altrettanto convinti delle difficoltà in cui si troverà a versare la giustizia: Jeffery Deaver, Michael Connelly, Fred Vargas sono sono alcuni dei colleghi stranieri che daranno man forte ai nostri giallisti nello sviluppo dell’indagine, anche se l’indizio finale verrà colto da un insospettabile protagonista della scena letteraria italiana di cui, ovviamente, non farò il nome neppure dietro lauto compenso.
Insomma, un romanzo breve delicato e pieno di passione, che non mancherà di divertire gli amanti del genere e che ha il pregio di mostraci – anche se solo in una fiction – il lato più umano degli autori a cui siamo affezionati. Non perdetelo.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
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