Ci risiamo: una sera di primavera, il solito luogo, quel teatro Leonardo di Milano che va un po’ contro tendenza e non si sottrae alle sfide; il noto autore di Stratford-upon-Avon arrivato a noi avvolto in un’alea di mistero; la platea gremita di persone che scalpitano per divertirsi e il medesimo risultato ottenuto con la travolgente tragedia di Amleto. Ottimo ritmo, recitazione intensa, la serata che galoppa senza sosta cadenzata da un crescendo di applausi che questa volta erano tutti dedicati ad una commedia, “Molto rumore per nulla”.

Quelli di Grock hanno confermato di avere un’alchimia speciale e di sicuro successo con Shakespeare. Dopo aver superato le consuete difficoltà a raggiungere il nostro posto, a causa della grande affluenza (e l’altra sera non vi erano scolaresche!), abbiamo assistito a un’incalzante commedia fedele al testo originario non solo per le battute, ma pure per la giocosità della recitazione di attori che non si sono per nulla risparmiati. Molta la corporeità, mimica accentuata, estrema gestualità e non solo… personaggi che compaiono nei corridoi della platea e non si confinano sul palcoscenico, rendendoci così partecipi da sentirci quasi una parte della messa in scena e soprattutto che ci fanno credere di essere davvero attorniati dalle calde terre di Sicilia. Nelle scene spesso in esterni pareva quasi di poter avvertire il tepore e il pizzicore sulla pelle del sole di quelle latitudini, sentivamo il profumo di agrumi e l’odore della terra alzata dal vento era ovunque (pensare che viviamo in un’inquinatissima città!).

Colori pastello dominanti, appunto, molto il legno, fiori ovunque e tanto verde hanno favorito la nostra immedesimazione e ci hanno portato a promuovere quella scenografia minimal ma tanto efficace e geniale nella sua costruzione double-face che, volta su volta, entrava e usciva dalle mura domestiche. Siamo, infatti, nei giardini messinesi della casa di Leonato, in compagnia sua, della bella figlia Ero e di Pedro d’Aragona di ritorno dal campo di battaglia con i fedeli amici Benedetto e Claudio, quest’ultimo innamoratissimo della giovane ragazza. Il clima di festa che sembra impossibile da scalfire sarà però rovinato sul più bello con un fulmine a ciel sereno che odora di menzogna. E più i nostri beniamini si adombrano ed interrompono bruscamente danze, risa o battibecchi, più si diffonde anche tra le poltrone della sala la tristezza unita all’ansia per un epilogo che veda il bene trionfare sul male.

Altra caratterista imprescindibile delle serate al Teatro Leonardo è, infatti, un’irrimediabile perdita di bon ton. L’interpretazione riesce a scatenare emozioni, nei presenti in sala, difficili da tenere a bada e, superata la prima mezz’ora, non dovrà stupirvi scoprire che pure i vostri rigorosissimi freni inibitori siano corrotti al punto da farvi unire alle calorose risate, agli applausi a scena aperta ed al tifo poco consono ad un pubblico adulto che già ha contagiato i vostri compagni di avventura. Questa è la semplice conferma di quanto anche una storia nota con la giusta atmosfera e (probabilmente) grazie al supporto di un linguaggio colorito e attuale possa emozionare ancora dopo molti secoli. E qui non può mancare un plauso alle due macchiette che hanno permesso il cambio di scena e ci hanno regalato un siparietto davanti al Giudice senza precedenti!

Se vi sentite poco zen è quindi il caso che prendiate in considerazione una serata come la nostra: perfetta in compagnia di amici, dei figli o da soli perché è una cornice che vi colmerà di buonumore. Dove?

Al Teatro Leonardo da Vinci in Via Ampère 1, angolo piazza Leonardo da Vinci, Milano – tel. 02 26.68.11.66  – email:  biglietteria@teatroleonardo.it  – sito web:  www.teatroleonardo.it