Dopo gli squali volanti e i poliponi preistorici di Mega Shark vs Giant Octopus che si risvegliano da un lungo sonno più famelici di prima, seminando il terrore dalle acque profonde ai cieli, qualcuno un paio di anni fa ha deciso di ingigantire e rendere onnivori un coccodrillo ed un dinosauro. Quello che fa specie è non tanto che ci abbia pensato Roger Corman (scopritore di molti dei padri del cinema del calibro di Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, James Cameron e Joe Dante) ma è l’improbabile risultato ottenuto: nonostante l’epoca e i mezzi a disposizione il prodotto finale è ridicolmente pessimo!

Il divertimento è (forse) un po’ voluto, ma la maggior parte delle risate non ci vengono strappate grazie ad una sagace sceneggiatura e/o ad una interpretazione convincente, bensì per le scarse doti recitative di un cast che pare alla prima esperienza (peraltro decisamente fallimentare) e per gli effetti speciali così primordiali da far sembrare Georges Melies appartenente ad un futuro ancora lontano da raggiungere. I cattivoni corrono senza far tremare una foglia, lasciare un’orma o un’ombra coerente con la precedente (che non sempre c’era), sembrano ritagliati ed incollati su una pellicola che non sappiamo neppure se sia stata utilizzata. Certo è che gli eroici sopravvissuti non verranno mai inquadrati con i mostri che a seconda delle scene paiono gommosi o pupazzoni dei bei tempi andati.

 

Siamo alle Hawaii, set che negli ultimi tempi abbiamo visitato più volte (“Battleship” solo pochi giorni fa), sarà per la sua natura incontaminata e carica di mistero o sarà per la sua collocazione isolata a metà tra un continente e l’altro, fatto sta che è il luogo perfetto per un centro di ricerca agroalimentare in cui compiere sperimentazioni per risolvere apparentemente i problemi della fame nel mondo, sino a quando l’avidità e l’ambizione di pochi (tra i quali un inatteso ed insospettabile David Carradine) li porta a testare sui rettili i propri esperimenti genetici. Del laboratorio non rimarrà molto dopo la fuga dei due affamatissimi giganti che vagheranno indisturbati per l’isola cibandosi di bionde e tontolone turiste, grazie ad una corazza che li rende immuni ai proiettili, sino al giorno in cui il Cajun arriva a Kauai.

 

È stato proprio confermato in questi giorni che la migrazione di molti divi di Hollywood dal grande al piccolo schermo è in continuo aumento grazie a delle produzioni colossali che fanno il pieno di spettatori, ma questo non è il caso. Non attendetevi neppure qualcosa di analogo al capitolo sfigato di Alien vs Predator, qui tutto è irreale, improponibile, fatto male e, a meno che mi si venga a dire che è il frutto delle aspirazioni registiche di un gruppo di preadolescenti sprovvisti di un qualsiasi smartphone (nel qual caso mi inchino alla tenacia ed all’inventiva), in tutti gli altri casi mi viene la pelle d’oca. Anche se, devo ammetterlo, ho riso dal primo all’ultimo fotogramma incredula di quanto stesse scorrendo davanti ai miei occhi e non posso che consigliarlo come intro ai fanta-horror. Questo pseudo-film va bene davvero per ogni genere di pubblico ma solo se incrociato casualmente in televisione, non spendeteci un euro!