Sherazad e le sue mille e una favola hanno segnato molte serate di noi fanciulle nate tanti anni or sono che, essendo sprovviste di microchip sottopelle sin dai primi vagiti, han potuto godere delle favole della buonanotte e la cui fantasia quindi ha galoppato al fianco del Re Persiano e sospirato racconto dopo racconto mentre la Dama d’oriente narrava quelle storie che fecero crollare ed innamorare il suo Signore (e noi con lui).
Erano proprio altri tempi, l’atmosfera era magica e la antica Persia sembrava davvero viva e vicina, un luogo da sogno e da scoprire in futuro. Trascorrono però trent’anni e capita che un pomeriggio si sia alla proiezione di una pellicola dal titolo che evoca profumi e sapori di cucine di altre epoche, che ci stimola il lato gourmand che risiede in tutti noi, e ci ritroviamo a vivere una delle tante favole che hanno riempito la nostra infanzia, rapiti in un Iran la cui immagine non è quella che ci propone oggi YouTube.
“Pollo alle Prugne” è una favola triste ma luminosa e carica di speranza che non si insinua in noi per turbarci l’animo, ma solo per condividere l’amore impossibile di Nasser Ali. E non dovete lasciarvi ingannare dal titolo: non è un corso di cucina né una storia di riscatto grazie all’arte seduttiva del cibo (anche se ammetto che non avendo mai assaggiato il pollo in siffatta salsa, quando si è presentato ai miei occhi, mi sia venuta una irrefrenabile voglia di esplorarne i segreti) ma è solo l’arma di una moglie impotente di fronte all’autodistruzione del marito.
Ambientata in un altro mondo, in un periodo storico che seppur definito pare sospeso, con un intenso profumo retrò, aiutato da una splendida fotografia pastello che concede un’aura quasi senza tempo ai protagonisti, questo film è una vera storia d’amore che ci fa seguire l’ultima settimana di vita di Nasser Ali. Le sue passioni, la musica e l’amata, l’hanno lasciato e lui non trova alcun motivo per continuare a rimanere con noi. Neppure il suo piatto preferito o la memoria di momenti felici o l’amore di moglie e figli tumultuosi lo sproneranno a non arrendersi.
La bella Irane è ormai irraggiungibile e il suo Stradivari è irrimediabilmente rotto. Gli rimane una moglie che non ha mai amato, e con la quale non ha mai condiviso sogni, passioni, progetti e due bimbi che non conosce e non vuole gestire o forse da cui è intimorito dato che nei loro occhi vede riflessa l’immagine della donna sbagliata. Un incredibile romantico che si abbandona e si aggrappa al sentimento per trovare il coraggio di concludere un percorso che oramai gli pare senza motivo.
Naturale persecuzione di Persepolis, nato e diretto dalla medesima mano, ma soprattutto racconto delle gesta di uno dei personaggi già presenti nel film di animazione, è la stessa Marjane Satrapi a non nascondere come il fumetto alla base di questa pellicola attinga dalla vita del fratello musicista di suo nonno. Storia di un romantico morto in circostanze misteriose, che non poteva non stimolare la fantasia della nostra autrice, figlia dell’incontro di due culture che pare abile nel fonderne gli elementi magici. Il cast internazionale diviene quindi un obbligo, e non ci stupisce che la sua presenza alla scorsa competizione del Festival del Cinema di Venezia per molti sia stato un poetico interludio.
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Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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