Torno con la memoria a qualche anno fa quando un’amica mi chiese supporto per una traduzione un po’ particolare: no, non si trattava di portare in “dialeto bisiaco” uno scritto, ma più banalmente di interpretare un mazzo di fiori ricevuti in occasione non istituzionale (niente compleanno, per intendersi) da un ragazzo. Ora, tutti sappiamo che le rose rosse esprimono passione ed anche il significato del non-ti-scordar-di-me può essere agevolmente compreso grazie al nome inequivocabile, ma sfugge probabilmente ai più come il corbezzolo (non è solo una esclamazione al plurale) sottintenda stima verso la persona a cui lo regaliamo o che donare una pianta di rosmarino non sottintenda inviti culinari ma rappresenti una esortazione al ricordo.
Non ricordo esattamente la combinazione floreale indirizzata all’amica di cui sopra, ma posso assicurare con una certa sicurezza che non si trattasse di un Aro Titano, fiore che detiene un record invidiabile ed un primato di cui invece non dovrebbe andare troppo fiero.
Da una parte, infatti, il nostro amorphophallus titanum (questo il suo nome scientifico) può fregiarsi del titolo di fiore più grande del mondo. Con il dolce peso di 75 chilogrammi ed uno sviluppo verticale che si attesta intorno ai 3 metri, l’aro titano è sicuramente un po’ impegnativo da indirizzare in dono, salvo assicurarsi delle adeguate dimensioni del domicilio di chi lo riceverà ed organizzare una consegna che non potrà essere affidata al nostro fioraio di fiducia – magari gracilmente un po’ in avanti con gli anni – ma coinvolgendo un paio di piloni della nazionale di rugby.
Il che, a dirla tutta, non ci farebbe comunque risparmiare una pessima figura, perché l’altro titolo attribuito a questo fiore – originariamente presente solo nelle impenetrabili foreste tropicali di Sumatra (Indonesia), ed un motivo ci sarà – è quello di “fiore cadavere”. Nel corso dei tre giorni di fioritura infatti il nostro watusso floreale ha la necessità di attirare i coleotteri della famiglia Silphidae a scopo inseminativo, e questi simpatici insetti non devono avere il dono di un olfatto sviluppato: per attrarli, l’aro titano sprigiona un odore che può essere descritto come una eccitante mistura di “carogna in putrefazione da settimane”, “cane bagnato da pioggia acida” e “spogliatoio della terza F dopo l’ora di ginnastica”, con una piccola aggiunta di “fogna scoperchiata” ed una punta appena di “profumo di Durian”.
Non credo sia necessario ricorrere al galateo per stabilire che si tratti di un fiore da non regalare, e vi prego di applaudire la signorilità con cui non mi sono soffermato né sul nome scientifico latino né sulla forma inequivocabilmente fallica che lo ha determinato.
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
Admin, tutti sappiamo che sei un signore, dai … è la pervicacia con cui partorisci articoli su vegetali graveolenti che mi basisce… ;-)