Il problema del nuovo millennio, si sa, è la tanto temuta terza età, il cui raggiungimento avviene oramai nel pieno delle proprie facoltà e sempre più spesso è solo un passaggio verso la nuova e ribattezzata quarta stagione della vita. Qualcuno ha deciso di ironizzarci un pochino condendo il tutto con una buona dose di gentilezza e poesia. John Madden e Ol Parker, sulla base di uno scritto di Debora Moggach, hanno preso un gruppo di arzilli (pseudo)vecchietti, rappresentanti della poco soleggiata Inghilterra, paese che grazie al’aplomb che lo contraddistingue e a quello sguardo attento che spesso l’ha portato a precorrere i tempi, proporrà ai propri cittadini una soluzione insolita, non crudele ma talmente alternativa da potenzialmente essere fonte di critiche: l’esportazione! Si lo so, battuta politicamente scorretta, ma dopo aver visto questa pellicola dalla vena davvero tragicomica, il riverbero del suo dolce sarcasmo è rimasto nelle nostre dita ;)

Il regista di “Shakespeare in Love” e del più recente “il Debito” chiama a sé una coppia di giovani promesse del cinema e le circonda di attempati attori (vera incarnazione di quanto sopra), persone in là con gli anni decisamente non rimbambite né intenzionate a diventarlo nel breve termine (!) che interpretano altrettante persone non per forza sole o trascurate, con cultura media e non per forza alta, talvolta in difficoltà economiche (quelle emotive ce le hanno tutti, sarà l’età…) per mostrarci come la generazione dei vecchi sulla carta( ma non nell’animo), non si dia per vinta. Chi in sedia a rotelle per cocciutaggine, coppie in crisi, anime che devono trovare la quiete ed altre a cui serve solo una spinta per ricominciare si ritroveranno sotto il medesimo arroccato tetto nel cuore del coloratissimo e magico Rajiastan.

I nostri protagonisti sono un variopinto gruppo formato da una coppia scoppiata, un uomo alla ricerca del primo amore, una vedova spiantata, una ragioniera cocciuta ma dall’animo dolce, ed un paio di “single” alla ricerca di un ricco buon partito con cui accasarsi. Intrepidi pionieri che decidono di sperimentare un prolungato soggiorno, sulla carta lussuoso, in terre profumate di spezie e cariche di mistero. Arriveranno in India dall’umido Regno Unito carichi di speranza e si ritroveranno a soggiornare in un meraviglioso palazzo che un giovane sognatore (Dev Patel) vorrebbe far tornare agli antichi splendori ma che, a causa della sua avversione per la matematica, per ora è solo una fatiscente catapecchia dal grande potenziale e apparentemente una trappola per i nostri eroi.

Un campionario di umane reazioni all’imprevisto sfilerà davanti ai nostri occhi, baciato da una brillante e dorata fotografia che ci farà percepire tutto il calore e la magia di una terra carica di storia e che da sempre ha affascinato e terrorizzato noialtri. Due mondi a confronto, un popolo sorridente, colorato, socievole e che vive ancora con poco, da un lato farà emergere tutti i limiti di noi viziati europei e dall’altro mostrerà e spronerà persone che ancora non sono con un piede nella fossa a fare, a credere in sé stesse, ad essere altruiste. Un favola si, con una morale pure, ma non moralista o un j’accuse. Solo una prospettiva insolita per parlare di argomenti che spesso non vogliamo affrontare. Questo è un coraggioso, leggero, intelligente, divertente, positivo racconto ancorato (per metà) alla realtà, nulla di più.