Questo fine settimana vi facciamo pagare il biglietto, ma per una simile esperienza vale decisamente la pena. Rimaniamo in Triennale così, per scaldarvi, potete sempre godervi le piccole esposizioni gratuite nelle salette a latere di cui abbiamo parlato il weekend scorso, ed oggi ci concentriamo sulle due ore più inaspettate della nostra ultima visita allo spazio espositivo.
Da zero a cento, le nuove età della vita è il titolo di una mostra che si discosta dagli schemi classici di immagine a parete, didascalia e qualche pannello introduttivo alla sala, per abbracciare le nuove tecnologie ed offrire ai propri visitatori una stimolazione dei vari sensi nell’accezione più ampia. Si spazia dal supporto audio, alle proiezioni video, per poi soffermarsi su video-istallazioni ed interagire con strumenti messi a disposizione del visitatore: è infatti possibile verificare il proprio indice di massa corporea ed altre cosucce carine! Perché lo scopo è quello di mostrare la v i t a, come si sia modificata in un secolo e come l’essere umano si sia evoluto durante il 1900 grazie alla introduzione della scienza nella nostra quotidianità. Bizzarro vero?
Parliamo di nutrizione, di longevità, di modifica delle caratteristiche fisiche (altezza, peso e struttura di ognuno di noi) durante le ben sei stagioni della nostra esistenza, e le affrontiamo con gli strumenti di cui oggi possiamo godere. Quindi qualora vi stiate domandando se sia una mostra che vede l’incontro tra arte e scienza, la risposta è affermativa, anche se l’esperienza più intensa è sicuramente quella che avviene entrando nella sala dedicata a Hans Peter Feldmann.
L’esposizione si apre infatti in una larga sala che, raccogliendo i cento e uno scatti fotografici di Hans-Peter Feldmann, ci racconta il dipanarsi della vita ritraendo altrettante persone con una rigorosa proporzione uno-a-uno, da un bimbo ancora in culla che festeggia il primo compleanno alla tenera nonnina che ha superato il secolo da dodici mesi. Inevitabile che ad ognuno dei personaggi ritratti venga spontaneo associare una storia (e vi assicuriamo che se visitata in compagnia, la passeggiata fra volti e vite immaginate è formidabile), ed è altrettanto imperdibile il gioco delle somiglianze (abbiamo contato almeno una decina di possibili associazioni con personaggi celebri). Divertimento a parte, è una bellissima occasione per riflettere sullo svolgersi delle esistenze e sui segni del tempo portati con dignità, imbarazzo, orgoglio.
Sono invece del tutto dedicate alla turbolenta età adolescenziale le cinque immagini di grande formato tratte dal progetto fotografico “The Illuminati” di Evan Baden, giovane artista di origini saudite noto agli appassionati per aver studiato e raccontato nel 2008 le nuove presenze giovanili sul web con l’altrettanto interessante “Technically Intimate”. Nelle opere esposte in Triennale, l’accento è sulla totale capacità dei “nativi digitali” di estraniarsi dal contesto che li circonda, caratteristica sottolineata con una serie di scatti in cui lo strumento tecnologico è la fonte luminosa in grado di illuminare il soggetto ritratto. Il risultato è una totale sensazione di sospensione.
E usciti da questo limbo non pensate che l’astrazione vi abbandoni, il percorso procede infatti con altri esperimenti, condotti dai talentuosi artisti che hanno preso parte all’ambizioso progetto, dai ritratti quasi caricaturali di Cindy Sherman alle immagini davvero straordinarie di Miwa Yanagi: belle ed eteree modelle invecchiate ad arte senza però far venir meno la loro capacità di attrarre i nostri sguardi. Potenti scatti, ritratti così ricchi di particolari da farci venire voglia di trascorrere una notte al museo ;)
Insomma, non c’è che dire, è una mostra diversa dal solito che vale la pena esplorare, i cui dettagli sono tutti qui: http://www.triennale.it/it/mostre/incorso/683-da-zero-a-cento-le-nuove-eta-della-vita e vi ricordiamo che sarà visitabile solo sino al 1 Aprile!
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