Lei, francese ma nata in Cocincina, una delle autrici più dirompenti della letteratura francese (e non solo) che ha inventato uno stile ed ha caratterizzato il 900; lui, un uomo di altri tempi, nato nel nuovo mondo ma costantemente attratto e affascinato dalla vecchia Europa al punto di basare sulla contrapposizione dei due continenti la sua scrittura. Un confronto tra differenti modi di pensare e di vivere che ci offre un affresco di due realtà.
Ma Henry James ha visto solo gli albori del 900, quindi probabilmente è proprio grazie all’aiuto e all’impronta di Marguerite Duras che riusciamo a sentirlo così vicino. Perché la di lei abilità di tratteggiare una donna forte e silente, che soccombe ad una realtà che non asseconderà mai quelle emozioni che quindi mitigherà e celerà nel profondo del proprio animo, si avverte sin dalle prime battute. Una conoscenza così accurata della sfera emozionale da poter facilmente fare una breccia in ognuno di noi.
Esatto, è stata una serata fuori programma, nata dalla curiosità di vedere come le pagine suonassero a voce alta, e non su un qualsiasi palco bensì su quello che ci ha già dato soddisfazione quest’anno. Quasi, quindi, un successo annunciato. Ed infatti la coppia ha convinto noi tutti in platea: applausi, sorrisi, ma pure tensione e sospensione. Totalmente catturati dalle performance della charmante Annig Raimondi nei panni di Catherine (che accompagnando ad ogni cambio d’abito una modifica di espressione ci ha mostrato efficacemente lo scorrere del tempo) e di Antonio Rosti – John (distratto e attratto all’inizio, poi discreto o forse abituato alla presenza di lei e solo alla fine lucido ed al contempo perso), che con la loro bravura hanno riempito il palco e quella parte non affollata della platea.
L’uomo le sue paure (soprattutto di cambiare), i suoi limiti ed i suoi freni che lo portano a mantenere lo status quo troppo a lungo sono tutti elementi che lo atterriscono nel momento in cui realizza come l’abbiano portato ad attendere in vano o meglio, ad essersi così concentrato sull’attesa, da aver perso di vista l’occasione che tanto agognava. Disarmante, ma reale. Quanti di noi, anche nel quotidiano, commettono questo errore e nonostante realizzino quanto loro capitato non reagiscono ma perpetrano il medesimo comportamento più e più volte? Spiazzante, ma i due autori (e gli attori) ci dimostrano quanto ciò sia una caratteristica che accompagna il genere umano per lo meno da due secoli.
Lo spettacolo ci spiace duri solo un soffio però oggi, domenica 4 marzo, è ancora in cartellone e, voi che siete rimasti in città dovreste farci un pensiero e poi raccontarci com’è andata. In alternativa, facendo parte della Rassegna deSidera-Teatro&Territorio, è recuperabile in provincia di Bergamo ;)
LA BESTIA NELLA GIUNGLA
Traduzione Paolo Bignamini
Regia Paolo Bignamini e Annig Raimondi
Con Annig Raimondi e Antonio Rosti
Dal 1 al 4 marzo 2012 al Teatro Oscar, Via Lattanzio 58, 20137 Milano
Info: 02 36503740 |sito web: www.pacta.org
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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