E’ tradizione che alcune pellicole abbiano una seconda primavera, grazie all’eco che ha il vincere l’ambita statuetta in quel di Hollywood. Eclatante fu il caso di Pulp Fiction, passato più che inosservato in cinema deserti e (talvolta) isolati (nonché desolati)e vent’anni più tardi, oggi, è toccato a The Artist. Sino ad ora se n’è sentito parlare, ma ben pochi hanno avuto la fortuna di vederlo al primo giro. Bene, questa è la vostra occasione!

La storia di George Valentin, stella del cinema muto, che con l’avvento del sonoro cade in disgrazia ma che ha la fortuna di innamorarsi proprio di colei che sfonderà grazie all’avvento del nuovo modo di fabbricare sogni, questa volta è presente nei grandi centri e potrete infine fare una esperienza diversa da quelle a cui siete abituati. Mentre sullo schermo vedrete affascinanti stelle in ascesa ed altre in rovinosa caduta libera, in sala sarete prima curiosi, poi straniti ed infine rapiti da questa esperienza senza parlato ma non senza rumori o coinvolgimento degli altri sensi, anzi… dell’assenza di scambio di battute non se ne sente proprio la mancanza, come d’altro canto vi avevamo già raccontato qualche mese fa :-)

 

Una pellicola che ha messo sotto i riflettori il regista, il suo ruolo chiave e la sua bravura. Se da un lato, infatti, la mimica degli attori era fondamentale, quindi la scelta del cast era delicata (ed è stata la prima vera vittoria di Hazanavicius), dall’altro le battute sagaci e/o improvvisate di un brillante sceneggiatore o di un eclettico attore qui sono del tutto mancanti. The Artist si basa solo sulle emozioni che è in grado di provocare in chi guarda e il cineasta francese ha vinto brillantemente anche questa sfida.

Ma non è finita qui, non dimenticate che il film non è “solo” muto ma pure in bianco e nero,  niente effetti strabilianti, frutto di modernissime tecnologie, quindi non aspettatevi di vedere fluttuare personaggi mentre passeggiano sulle facciate di grattacieli dalle forme eccentriche, qui siamo in un mondo e in un tempo che non c’è più, ma in cui molti di noi avrebbero avuto voglia di esserci, ed una è la sottoscritta ;)

 

La grande depressione, la voglia della gente di divertirsi, talvolta di non ammettere cosa avvenisse là fuori, ma anche il suo fermento artistico e la rivoluzione industriale con la voglia di progresso che da esso discese, tutti elementi che hanno sicuramente contribuito alla prima grande trasformazione del cinema e fanno da sfondo a questa storia d’amore, argomento semplice ma efficace. Un film melodrammatico, consono con l’epoca ed il genere di pellicola di cui The Artist è la versione, potremmo definire, 2k. Intanto, alla fine, le emozioni umane sono perennemente le stesse: la vanità, l’orgoglio, la voglia celebrità saranno motivo della notorietà, del dolore e della rinascita di Valentin e il raccontarle non smetterà mai di portare la gente davanti ad uno schermo e farla soffrire, sperare e sognare per qualche ora.

The Artist - clip - di chi sono queste gambe?