La Chispa de la Vida, uno slogan azzeccato che dovrebbe fare da trampolino di lancio inarrestabile ad una fulgida carriera. Roberto è colui che l’ha inventato, era un executive, oggi è un disoccupato tra i più disperati. Perchè nell’Europa odierna trovarsi sopra i quarant’anni senza lavoro è un vero e proprio dramma. Chiunque sa che sei in saldo, perché molto probabilmente hai mutuo e una famiglia sulle spalle se sei un uomo, mentre se sei donna vi sono le ulteriori aggravanti di licenza matrimoniale e maternità. Insomma, nessuno vuole accollarsi questi rischi con tanti giovani che sono disposti a lavorare pressoché a costo zero, tanto più che con quanto galoppa la tecnologia attualmente, con ogni probabilità non sarai neppure al passo con gli ultimi tecno-gingilli in circolazione. Insomma, tutti destinati a diventare dei veri pesi morti e/o degli emarginati della società.
Questo è solo l’incipit dell’ultima opera di Alex de la Iglesia, acuto regista iberico che non sbaglia mai un colpo. A Berlino ha presentato la sua ultima fatica e il pubblico ha intervallato la proiezione con calorosissimi applausi e risate. Mi associo, la pellicola è una tanto equilibrata quanto efficace commedia nerissima che facilmente, se messa in mano ad altro regista, avrebbe potuto trasformarsi in un potente film drammatico e/o in una leggerissima commedia frizzante. Sì, perché si ride di gusto e con intelligenza della sfortuna di Roberto (un incredibile Jose Mota) che dopo aver pregato amici nonché ex-colleghi di dargli una opportunità in virtù dell’esperienza e delle capacità di cui loro erano ben a conoscenza, per riprendersi dall’ennesimo fallimento va alla ricerca dell’hotel in cui ha trascorso la luna di miele e… finisce all’inaugurazione di un museo archeologico dove incorre in un grottesco quanto fatale incidente!
Tagliente, emozionante, elettrizzante quanto realistica e drammatica sarà la scena da questo momento sino alle battute finali. Molto reale ogni decisione da prendere, incredibilmente azzeccate le battute. Il nostro neo-crocifisso tenterà sino all’ultimo di sostenere e portare benessere alla famiglia. Al suo fianco, infatti, una in formissima Salma Hayek nei panni di una iperprotettiva moglie che non vuole gettare il consorte in pasto a quegli squali dei mezzi di comunicazione, rischiando di perdere un notevole ritorno economico. I media, il loro ruolo nell’attuale società, ma soprattutto la mercificazione del dolore e delle disgrazie altrui sembrano confermare come tutto abbia davvero un prezzo. Questo è il fulcro della storia, che si svolge all’interno di un anfiteatro, luogo quanto mai ideale per la messa in scena di una tragedia (!).
Vi è davvero là fuori qualcuno come la nostra protagonista? Esistono ancora persone che vivano in base ai valori tramandati dai nostri nonni, di amore e rispetto per sé stessi e verso il prossimo? Il film parrebbe chiudersi con un messaggio di dignità e speranza che vogliamo e dobbiamo condividere, ma il dubbio che questa sia solo una favola, non riusciamo a scacciarlo dalla nostra mente.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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