Dictado è la nuova impresa di Antonio Chavarrias, autore noto e iperattivo in madrepatria, che arriva a Berlino accompagnato da buona parte del cast e si presta alle nostre domande e curiosità. Questo è un film davvero molto chiacchierato, ma non per le motivazioni che possiamo attenderci. Come abbiamo anticipato, infatti, ha suscitato non poca ilarità e molta perplessità.
Si narra la storia di una giovane coppia, Daniel e Laura, che adotta la piccola Julia, rimasta orfana dopo che il padre si è tolto la vita e del disagio di Daniel nei confronti di una bambina,che diventa sempre più strana man mano che il male pare insinuarsi tra le mura domestiche. Ed è così che Daniel si ritrova ad affrontare i fantasmi del passato posto che Mario, il padre suicida, era infatti non solo un dei tanti amici di infanzia bensì colui che avrebbe dovuto divenire suo fratellastro, se non fosse capitato uno sconvolgente avvenimento.
L’intento di Antonio Chavarrías era quello di dare vita ad una storia sulla paura, su come essa possa generare reazioni violente in chiunque anche quando non volute, senza mai togliere la speranza perché, alla fine del tunnel vi è sempre la luce. Quindi un messaggio positivo come premio per aver compiuto lo sforzo di affrontare i propri demoni, perché è sempre l’irrisolto trascinato per troppo tempo ad essere il vero problema: esso si ripresenterà e ogni volta con risvolti che necessiteranno di soluzioni sempre più radicali.
I personaggi vorrebbero non essere cattivi, lo diventano per sopravvivere a sé stessi ed ai propri fantasmi. Daniel infatti ha paura di perdersi esattamente come gli era capitato in passato e compie un grande sforzo per salvarsi ma affrontare le proprie paure provocherà distruzione. Il ruolo della bimba? Il classico specchio del proprio passato: se in esso vi è l’irrisolto, la conseguenza nel presente sarà la paura e la violenza.
Ed eccoci qui, quindi, con il male che aleggia ben presto nell’aria, ma che ahinoi porta con sé un forte profumo di dejà vu. L’opera non brilla di originalità e ciò non sarebbe tragico se il cast, nonostante gli sforzi ed un protagonista maschile (Juan Diego Botto) niente male, non avesse convinto del tutto coloro che hanno avuto la fortuna di non attendere la distribuzione nelle sale.
La poesia, i messaggi reconditi, le radici nelle più classiche favole per bambini, la scelta di una colonna sonora che molto rimandasse ai film thriller in stile hitchcockiano (e curata anche da Zacarias M. De La Riva!) e l’uso dei ricorrenti incubi notturni per mostrare la dimensione intima di un personaggio, sono elementi voluti e ben visibili (come viene peraltro confermato in conferenza stampa) ma qui non paiono sufficienti a rendere convincente l’opera, anche se l’ultima parola spetterà come sempre al pubblico delle sale!
Noi, nell’attesa vi lasciamo con il trailer originale.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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