San Valentino è alle porte e la programmazione televisiva serale inizia già a grondare miele! Tra i film proposti di questa stagione vi è “Un marito di troppo” che, sfruttando (forse) anche la risonanza che sta avendo Uma Thurman che tra una settimana sfilerà sul red carpet in quel di Berlino (dove noi speriamo di riuscire ad avere un incontro ravvicinato ;)) ce la propone in una veste comico romantica a cui non siamo abituati.
Et voilà, eccoci qui che ci rassereniamo la serata godendoci divano, copertina e la bionda dalle lunghe leve che strabuzza gli occhi e scivola in situazioni imbarazzanti sul piccolo schermo difronte a noi. Al suo fianco quel bel tipo, che abbiamo conosciuto anche grazie alla sua partecipazione alle prime annate di “Grey’s Anatomy” e “Supernatural”: lui, che vagamente ci ricorda Robert Downey jr. e sicuramente si presenta come un cowboy dai modi più raffinati, è Jeffrey Dean Morgan. Protagonista-antagonista e buona spalla, decisamentre più in salute di come l’avevamo lasciato, che promuoviamo in questo triangolo amoroso che il suo personaggio crea quale vendetta tutta particolare nei confronti di colei che ha portato alla fuga dall’altare della sua promessa sposa. Ed è così che… le nozze di tutti vanno a monte!
Un vecchio detto diceva “chi di spada ferisce, di spada perisce” ed in un certo senso questa favola dei tempi moderni non fa altro che confermare le credenze popolari (e non poteva essere altrimenti!). Il pompiere Patrick Sullivan, per soddisfare il suo cuore infranto, darà un sacco di filo da torcere alla impostata e (si suppone) competentissima dottoressa Emma Lloyd – Uma Thurman, dottoressa dalla sfolgorante carriera radiofonica ed in procinto di convolare a nozze con il suo editore Michael – Colin Firth, ma alla fine “perirà” sotto il peso della propria spada. Lui che voleva solo creare scompiglio, darà inizio ad una vera rivoluzione che travolgerà inevitabilmente anche la sua esistenza e porterà un ordine che forse altrimenti non si sarebbe ottenuto.
Si si è proprio una romcom all’americana, dalla lunghezza minima ma sufficiente a rallegrarci senza risultare stucchevole. Ad onor del vero, vi erano spunti per qualche risata in più e il trio di attori era decisamente in grado di far meglio. Il sentore è che, nonostante fossero tutti a loro agio e produttori di sé stessi, alla fine si siano limitati a creare una commedia standard che si contraddistinguesse più per il cast che non per il plot. Insomma, hanno giocato sul sicuro e noi del pubblico, pur trovando la pellicola gradevole, continuiamo a preferirli tutti in altre vesti e con più eclettiche regie.
Quindi, siete avvisati: gli animi più sensibili non potranno sottrarsi alla consueta trasformazione degli occhi in tanti piccoli cuoricini palpitanti, e i più burberi non avranno il tempo di indispettirsi ché staranno già scorrendo i titoli di coda dopo un finale tutto solluccheri che però (!) garantirà una piacevole continuazione di serata… e per fortuna che la festa degli innamorati è solo una volta all’anno ;)
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Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”