“Col cavolo che quest’anno mi sorbisco un Harmony per la settimana di San Valentino”. Petto in fuori gonfio di orgoglio, mi accingevo a declamare questa frase di fronte alla redazione tutta, avendola covata e attentamente misurata nei suoi termini fin dal febbraio dello scorso anno. Ma un destino crudele, e niente affatto cieco, ha fatto in modo che nella classifica settimanale dei libri più venduti spiccasse in primissima posizione questo romanzo così apparentemente adatto alla festa degli innamorati, che ho dovuto capitolare: le logiche editoriali e qualche sbatter di occhioni mi hanno messo con le spalle al muro.
Il sospetto di non trovarmi al cospetto di un capolavoro di originalità l’ho avuto alla fine della seconda pagina, quando il fidanzato della protagonista riesce nel miracolo di chiamarla con il nome di un’altra durante la copula. Una assoluta novità, non trovate? Non giova al proseguimento del racconto una certa prevedibilità degli eventi, una assoluta fiacchezza nella narrazione e la presenza di frasi tipo:
Simon (è il nome del fedifrago, n.d.r.) era molto più bello nudo; sotto quella viscosa si nascondevano il torace e i quadricipiti di Ercole. E appena sopra la sua chiappotta destra aveva una voglia a forma di fragola che adoravo.
Il dramma è che la citazione è tratta da una delle prime dieci pagine, ed è perfettamente rivelatrice del disegno che l’autrice fa della sua protagonista: un personaggio che vorrebbe disperatamente essere simpatico, che punta sulla goffaggine in alcune situazioni e su una ragionevole incertezza in altri contesti, ma che non colpisce mai veramente a fondo e verso la quale si finisce per provare davvero poca empatia. Peggio ancora, la fanciulla finisce per diventare irritante nel suo dibattersi da “ora-risalgo-la-china” ed il tifo del qui presente ha finito per indirizzarsi decisamente verso ogni elemento di avversità la potesse ostacolare.
A voler essere generosi, uno dei pochi aspetti positivi – oltre ad una certa fluidità e alla lunghezza grazie al cielo limitata – è l’introduzione di un libro all’interno del romanzo: si tratta di una sorta di manuale-guida per la perfetta casalinga, un volume che l’amorevole nonna che l’ha cresciuta dopo l’abbandono da parte della madre ha voluto lasciare in eredità alla protagonista. Che il gas per l’accendino possa servire a rimuovere la cera delle candele dal piano del tavolo, e che per sbiancare un fazzoletto sia sufficiente farlo bollire con delle scorze di limone sono informazioni importanti, di cui difficilmente avrei potuto fare a meno. Che simili aspetti abbiano ottenuto la mia attenzione la dice lunga sulla qualità complessiva dell’opera.
Quindi ho deciso: ora mi metto a letto e mi sparo un Harmony, il rischio di ritrovarmi fra dodici mesi con un nuovo romanzo di Amy Bratley da recensire è davvero troppo alto.
E comunque, “per rimuovere le macchie di rossetto, strofinatele con vaselina e poi tamponate con tetracloruro di carbonio”.
Tetracloruro di carbonio: è come la carta igienica, mai restarne senza.
“Amore zucchero e cannella” è persino su Amazon.it
Dici Alfonso e pensi alla sua amata Triestina, alla sua biblioteca (rigorosamente ordinata per case editrici) che cresce a vista d’occhio, alla Moleskine rossa sempre in mano e alla adorata Nikon con la quale cattura scorci di quotidianità, possibilmente tenendo il corpo macchina in bizzarre posizioni, che vengono premiati ma non pensiate di venirlo a sapere. Se non vi risponde al telefono probabilmente ha avuto uno dei tanti imprevisti che riuscirà a tramutare in un esilarante racconto di “Viva la sfiga!”. Perché lui ha ironia da vendere ed un vocabolario che va controcorrente in questo mondo dominato dagli sms e dagli acronimi indecifrabili. Decisamente il più polivalente di tutti noi dato che è… il nostro (e non solo) Blogger senior che con il suo alfonso76.com ha fatto entrare la blog-o-sfera nella nostra quotidianità.
Vas, basta leggere ‘sta roba, ti fa male.