“Tutto il giorno fuori casa, a pranzo un panino al volo e adesso non ci vedo più dalla fame”….. ghiuuuuu immagine che si chiude tipo otturatore (qualche cosa del genere dovrebbe manifestarsi con un infarto al miocardio) eeee…….MIRACOLO!!!!!!!!! Si materializza in mano una bella Fiesta!!!!!!!! Vai con la musichetta, mozzico alla merendina e slogan: “Fiesta ti tenta 3 volte tanto!”
Tutto chiaro? Mica tanto.
Prima di tutto, se alla mattina ti intaschi una Fiesta prima di uscire di casa hai la ragionevole certezza di schiumartela ancor prima di arrivare alla fermata del tram; secondariamente se sai di star fuori tutto il giorno e rischi di sfamarti poco e male a pranzo prenditene mezza dozzina di Fieste, almeno questo é quello che farei io, ma non divaghiamo……
Se sei fortunato la Fiesta ce l’hai in borsa, perchè in tasca rischi l’effetto frittata e poi ti tocca staccare un angolino della confezione e ciucciarla tipo tubetto della maionese sempre che non esploda prima e l’effetto “incontinenza intestinale” sarà drammaticamente evidente. Se non ne sei provvisto ti tocca comprarla quindi ti rechi in un bar o meglio da un panettiere ma per un bizzaro scherzo del destino varcando la soglia finisci in una anomalia spazio temporale e ti ritrovi magicamente nel 1968. Non te ne accorgi subito, entri e chiedi una fiesta e il tizio risponde: “Che gusto?” Come che gusto! Il solito, l’unico che esite, all’arancia. E qui ti sbagli di grosso perché tanti anni fa di Fieste ne esistevano diverse varianti che col tempo sono via via sparite lasciando il passo all’unica superstite di oggi, quella appunto all’arancia. Ve le elenco dettagliando le caratteristiche:
FIESTA AL CIOCCOLATO AL LATTE:
Caratterizzata da banda rossa/arancio sulla confezione. Probabilmente le prima Fiesta messa in commercio e di cui in rete si trovano divertenti siparietti in bianco e nero nel Carosello (sigh!). Il contenuto era cioccolata al latte, pan di spagna e Curacao, un potente superlcolico assolutamente consigliato per l’alimentazione dei più piccini, ma erano altri tempi.
FIESTA ALL’ ARANCIA
Caratterizzata dalla ormai nota banda arancio scuro. La versione è privata della “Sgnappa” da Alpino e con l’aggiunta di simil marmellata di arancia. Tracce di liquore ancora presenti ma in dosi da Suora Badessa.
FIESTA ALLE MANDORLE
Con banda beige. Se ne trovano diverse foto in rete (una ve la illustro, assieme alla precedente e alla successiva versione) e pare fosse veramente squisita. Motivo per il quale sia stata ritirata dal mercato? Sconosciuto. Forse perché aveva lo stesso apporto calorico di un Big Mac.
FIESTA TUTTIFRUTTI
Con banda gialla. La gemella di quella all’arancia ovvero colei che ha resistito almeno fino alla fine degli anni settanta. Questo giustifica la scritta “orange” su quella odierna. Putroppo estinta pure lei. Forse un colpo di Stato… boh.
FIESTA AL CURACAO
Con banda azzurra, ma qui entriamo nella mitologia. Io non l’ho mai vista ma qualcuno giura fosse presente sul mercato anche se per brevissimo tempo (una sola estate, si dice) e si suppone contenesse ancora il Curacao ma come ingrediente predominante. Altri asseriscono che la banda azzurra fosse niente meno che lo scoloramento causa esposizione solare delle Fieste poste in vetrina nelle drogherie di un tempo. La fantasia poi ha fatto il resto. Indagherò a fondo perché la cosa é intrigante
FIESTA GIGANTE
Una versione maxi da famiglia. L’autentico mostro di Lockness, Se ne trovano tracce in alcuni vetusti filmati dell’epoca. Pare avesse 3 o 4 ciliegie glassate come ornamento. Ho posseduto una rarissima foto (passatami da un ex ufficiale Americano che da giovane lavorò all’Area 51 e di cui naturalmente non posso svelarvi il nome) ma ultimamente é misteriosamente scomparsa. Mi sorge il sospetto che si voglia occultare l’accaduto.
Chi l’ha assaggiata giura che era roba da allucinazioni anche perché era difficile fermarsi alla prima fetta e solitamente si finiva con la testa nel water, due dita in gola e la mamma che ti teneva la fronte.
Ma non dimentichiamoci che sei ancora in un bar del ’68 e qui prevedo 3 possibili finali.
1) Fai il disinvolto (nonostante sulla parete del locale sia ben visibile un manifesto con scritto “No al Vietnam” e una foto di Rivera con dedica) e dici: “mi dia la solita”. Molli un euro sul tavolo ( sei nel 68, pirla! ), il tizio ti prende, ti porta nel retro e ti glassa di sberle credendoti un falsario.
2) Intuisci che qualche cosa non torna, dici (agitato) “no scusi mi é passata la fame” esci e finisci in un corteo di protesta femminista sessantottine dove una tizia scambiandoti per un maschio dominante ti copre di schiaffoni e ti finisce spraiandoti le mutande di vernice rossa.
3) Dici “no scusi mi é passata la fame” esci e, rientrando nel flusso temporale, ti ritrovi di nuovo nel 2012 e racconti ai passanti della tua straordinaria esperienza di viaggio nel passato e delle misteriore 6 Fieste. Finirai di dare spiegazione presso il reparto di psichiatria del Niguarda e le ultime parole che sentirai saranno: “Infermiera, 20 cc di metadone per stò tossico”.
Spero che questa mia breve lezioncina vi sia stata utile e ricordate comunque che la Fiesta é l’unica vera merendina della nostra infanzia. Chi preferiva il “tegolino” era un sovversivo e meritava disprezzo.
“Il vocabolario Treccani definisce il termine strano come “diverso dal solito o dal comune, dal normale, molto singolare, tale quindi da destare meraviglia, stupore, curiosità”. E’ esattamente il campo di applicazione del Bori, mente geniale in grado di raccontarci anomalie gustose e divertentissime.”
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