Recensione film Tre Uomini e una Pecora

Prendiamo quattro ragazzi cresciuti insieme, quelli del quartiere, perfetto emblema della generazione di adulti versione 2k, un po’ sbandati, non ancora del tutto abituati a questa nuova stagione della vita, decisamente persi… uno di loro deve andare sino all’isola di Tuvalu (luogo dalla storia che prima o poi varrà la pena raccontare) per crescere e soprattutto sorprendere sé stesso e i suoi amici facendo una follia o forse la cosa più normale del mondo: sposarsi! Ciò è già di per sé un trauma che assume dimensioni drammatiche quando si scopre che la dolce metà abita dall’altra parte del globo, su un’isola non piccola ma decisamente dal poco agevole raggiungimento. Molteplici sedute di yoga e (magari) una manciata di valium potrebbero essere l’unico rimedio per affrontare un volo da Londra a… l’Australia!

 

Storia di tre irrequieti giovani uomini, dominati dalla inseparabile sindrome di Peter Pan, che nonostante siano armati delle migliori intenzioni si impegneranno a rendere il matrimonio del loro migliore amico davvero memorabile, peccato che sarà un autentico disastro! Neanche a farlo apposta, sullo schermo scorreranno i peggiori incubi di molti mentre noi scettici in sala ci ritroveremo a ridere. Inizialmente sul chi va la (oddio la commedia demenziale no!), quasi subito terrorizzati di dover affrontare un leggerissimo film per adolescenti (noi siamo un po’ fuori tempo massimo per tale genere), alla fine siam dovuti capitolare in massa: la pellicola si attiene a tutti i cliché, non è popolata da belloni di quel di Hollywood e probabilmente gioca, ancor più di quanto ci è dato sentire, sulle differenze culturali tra abitanti della piccola isola del nord Europa dal passato imperialista e quelli della grande isola/continente dal quieto ed invidiabile presente, ma tanto basta a promuoverla.

Lo spettro di “Una Notte da Leoni” aleggia anzi volteggia dentro le nostre teste sin dai primi minuti, ma il prodotto funziona e soprattutto è un crescendo di follia che ci accompagna con ritmo e senza strafare sino alla fine. Certo, i molti improbabili tramonti da studios ce li saremmo risparmiati (e se sono veri, allora voglio andare laggiù alla prima occasione perché son davvero surreali!), ma le scene esilaranti ce le siamo godute e ringraziamo regista e sceneggiatore per non aver reso volgare la parte più demenziale e potenzialmente scadente della storia. Lo sposo è bello e con la testa sulle spalle, la sua dama è divina ed innamoratissima, i genitori di lei sono repressi/ depressi in maniera antitetica, gli amici di lui sono un gran disastro e l’incarnazione delle sfighe più diffuse tra noi umani.

 

Chiudiamo con un applauso al regista che è riuscito a riunire giovani promesse del cinema sotto il medesimo tendone, ma soprattutto ad Olivia Newton John, la cui bravura apporta molto alla seconda parte della commedia. In effetti stupisce vedere così tante persone pluripremiate davanti e dietro la macchina da presa, ma dal regista che diede vita a “Priscilla, la Regina del Deserto” non potevamo che attenderci i fuochi d’artificio. Un film sui matrimoni si, ma non un’opera inguardabile come “Le amiche della Sposa” a riprova che qualcuno sia in grado di fare belle commedie seppur leggere. Film per chi ha voglia di staccare la spina per un paio d’ore :-)

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  • ah ah ah il trailer è davvero esilarante, soprattutto nel punto che la palla vegetale travolge il preteeee

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