Questa settimana ci dedichiamo a due esposizioni antitetiche sotto svariati punti di vista. La prima è una mostra che sta spopolando tra grandi e piccini, è a pagamento ed è a termine (ma confidiamo in una piccola proroghina), l’altra invece è la possibilità di varcare la soglia di una casa museo milanese rimasta inaccessibile per molto tempo e che durante i primi sei mesi di riapertura sarà possibile visitare gratuitamente.

Il PAC ospita dal mese di novembre 2011 sino al prossimo San Valentino l’esposizione “PIXAR 25 anni di animazione”, una vera e propria gioia per i piccoli di casa ma pure per noi “accompagnatori”.

Tanti storyboard e bozzetti a matita alle pareti, calchi in resina nelle teche, gigantografie dei personaggi (alcuni pure che passeggiano negli ambienti), istallazioni e … molto altro ancora da godere ripercorrendo la storia che ha reso grande la Pixar: da Cars agli Incredibili, passando per Ratatouille e, ovviamente, Toy Story. Quest’ultima con i suoi capitoli, che hanno scandito gli ultimi tre lustri, sono forse l’esempio più visibile di come si siano evoluti il disegno, i tratti e in generale l’animazione computerizzata, e quanto gli organizzatori della mostra abbiano vinto la loro scommessa. In linea con la voglia di esplorazione delle varie forme artistiche contemporanee che contraddistingue da sempre il PAC di Milano, in un’epoca in cui la tecnologia oramai fa parte della nostra quotidianità, l’ultima frontiera da abbattere era nobilitare un’arte che per molti non è ancora tale, come presto scopriamo leggendo la cartella stampa, e il PAC non poteva esimersi dall’infrangere questo tabù.

I disegni  ai nostri occhi di amanti del genere si presentano come delle vere opere d’arte e sono in effetti creati da artisti i cui nomi spesso (ahinoi) ci sfuggono, però lasciamo che siate voi a giudicare, quello che possiamo garantire è che trascorrerete un pomeriggio/una serata divertente, che le immagini sono talvolta inedite e che le istallazioni (soprattutto una) vi rapiranno al punto di voler trascorrere una Notte al Museo possibilmente proprio come l’omonimo film ;)

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Non dovrete invece sborsare neppure una monetina da un euro per godervi la visita alle “Gallerie d’Italia” (via Manzoni 10, a due passi da Piazza Scala), esposizione di opere provenienti dalle collezioni private di Cariplo e Intesa Sanpaolo. Il vostro unico problema sarà l’imbarazzo della scelta: dedicarsi ai bassorilievi del Canova, ricordando filosofi antichi e canti omerici, o trascorrere del tempo con il nasino all’insù, o concentrarsi sulle architetture sette-ottocentesche dei palazzi Anguissola Antona Traversi e Brentani? Muoversi a caccia di un Boccioni pre-futurista o perdersi fra i meravigliosi interni che ospitano le opere d’arte? Decisione difficile, ma ancora una volta possiamo affermare che “comunque vada sarà un successo”: la cornice – lo avrete capito – è di assoluto pregio e varrebbe da sola una visita, il percorso espositivo risulta chiaro e lineare senza costringere ad improbabili zig-zag e, per una volta, possiamo anche apprezzare didascalie e inquadramenti storici ben descritti nelle pale informative di ogni sala.

Ci felicitiamo quindi per questo nuovo protagonista del panorama museale e culturale milanese, con una sola e sommessa osservazione: con la sacrosanta richiesta di non utilizzare il flash, queste sale sarebbero la gioia di tanti appassionati di fotografia, e chi ha viaggiato un po’ sa che si tratta di una eccezione tutta italiana.