Una partita a scacchi contro il tempo per sconfiggere il nemico di sempre, colui che pare tutto possa ottenere e che qui alza la posta in gioco provocando una serie di caduti eccellenti in pochi minuti. Altro inizio in salita per un nuovo episodio di quella che a tutti gli effetti si presenta oramai come una saga. Il secondo capitolo delle avventure dell’investigatore più seguito su grande schermo parte davvero coi botti nonostante le prime inquadrature facessero temere una trama più quieta e un po’ troppo dalle tinte rosa della precedente.
Arricchita di comprimari, tutti in lunga ed ingombrante gonna intonata ad adeguato cappellino (senza veletta – sia lodato l’Altissimo) questo episodio porterà Sherlock Holmes ed il dottor Watson sino in Francia sulle tracce del fratello di Sim, una zingara il cui bel visino ha i tratti che ci rammentano Lisbeth Salander (l’originale!) . Noomi Rapace sarà infatti la causa della corsa sfrenata oltremanica dell’arguto duo, ma c’è di più: la signora Watson si ritaglierà piccoli siparietti di tutto rispetto e dall’umorismo comprensibile anche da noi mediterranei, soprattutto quando il “fratellino” dovrà fronteggiare l’altro Holmes di casa Mycroft!
Il nuovo mistero è infatti più fitto del precedente e impone di districare molteplici piccoli dubbi mentre ci trascina in un viaggio sul Continente seguendo i cadaveri più o meno illustri che il Professor Moriarty lascia alle sue spalle per catturare nella propria ragnatela l’arguto investigatore. Il genio del male pare infatti aver deciso di dedicarsi alla politica internazionale con il placet di vari governi tra i quali proprio quello di Sua Maestà, quindi la morte del principe di Austria sarà la causa scatenante di una frenetica traversata dell’Europa.
Caratterizzato da un ritmo più incalzante rispetto al precedente, questo film ripropone la squadra vincente che abbiamo già conosciuto alla quale si affiancano nuovi personaggi potenzialmente forti, l’inconfondibile stile di Guy Ritchie dietro la macchina da presa ed un uso degli effetti speciali che riporta in vita città il cui skyline è assai cambiato senza mai nulla togliere ai protagonisti. Gli scoppi non si fanno attendere, sono copiosi e decisamente strabilianti, ma vengono controbilanciati dai molti scontri corpo a corpo o pistola contro fucile (quando non è un cannone). Più che mai infatti è presente la fisicità che qui prevede zuffe ed inseguimenti senza sosta su molti treni in corsa (e non solo!) che ci riportano un po’ alla memoria il vecchio far west ed i cowboy.
Sorriso sulle labbra e risatine costanti per tutti i 129 minuti che scorrono rapidissimi così da arrivare al più presto in Svizzera e confermare che il secondo capitolo, potendo tralasciare i convenevoli delle presentazioni, è un adrenalinico ed intelligente divertissement che si supera e ci fa ben sperare che vi sia presto una nuova impresa. Perché siate avvisati: qui Sherlock le prende a più riprese, non solo in senso figurato, sino all’ultimo incredibile fotogramma che vi toglierà il fiato!
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Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”