Credo di essere rimasta intrappolata in un sogno, dopo Midnight in Paris è la volta di un altro bel tuffo nel passato con The Artist. Una esperienza sensoriale suggerita a tutti coloro che, come me, appartengono ad una generazione che ha ben poco in comune con il cinema di inizio ’900 ed è anzi cresciuta tra roboanti e fracassone pellicole. Qui invece è il paradiso di eleganza, charme, gesti nobili, sentimento e savoir faire che nulla tolgono ad una storia appassionante.

Siamo di fronte, infatti, ad un delicato, avvincente e travolgente film melò in bianco e nero che rende omaggio agli albori della cinematografia raccontandoci, senza il supporto del parlato, la storia di una stella dei cinema muto in decadenza a causa dell’avvento del sonoro, in quel di Hollywood durante la Grande Depressione.

 

Ancora non mi capacito di dove stia il trucco, fatto sta che questa inconsueta pellicola ha saputo tenere una intera platea in un insolito e quasi surreale silenzio e, ciò nonostante, è riuscita a farla ridere, tenerla sulle corde non smettendo mai di farla emozionare. Quasi due ore durante le quali, senza l’ausilio di tinte forti o di frasi ad effetto, siamo rimasti tutti ammutoliti e rapiti dimenticando dove fossimo e soprattutto non sentendo la mancanza di fitti dialoghi.

Elogio al cast, di una espressività fuori dal comune, e alla regia davvero abile tenuto conto dell’ambizioso progetto in cui si è cimentata. Nessun film comico, parodia o grottesca caricatura di passate glorie, al contrario è un’opera seria e di drammatica attualità che sa essere ironica, senza rinunciare alla classe che solo le pellicole dell’epoca sapevano avere. In questa atmosfera, seguiamo le vicende di una coppia di attori: lui è George Valentin uomo di punta del cinema muto che viene messo in un angolo al momento di sperimentare la rivoluzionaria introduzione dei dialoghi; e lei è Peppy Miller, la donna su cui puntare per vincere la sfida del futuro. Si piaceranno da subito, ma prima di trovarsi si allontaneranno, non si comprenderanno, si sentiranno umiliati e per orgoglio terranno pretestuose posizioni che porteranno all’autodistruzione, insomma ci sono tutti gli ingredienti di un perfetto melodramma.

 

Si Si, è una storia d’amore che pare impossibile, ma funziona e ciò che stupisce maggiormente sono le emozioni che dal grande schermo trasudano e riescono a contagiare noialtri (inizialmente) scettici presenti in sala. Il film è pura poesia, è meraviglioso, è emozionante si sente dire nel trailer e per una volta è tutto vero!

Personalmente, mi alzo e mi inchino di fronte a questo gruppo di temerari: agli attori che hanno dimostrato abilità non così diffuse nella categoria, al regista, al direttore della fotografia e rivolgo un grazie a coloro che hanno creduto che il pubblico potesse apprezzare un’opera così fuori dagli schemi.

Consigliato a  tutti, il film è in grado di stimolare la fervida immaginazione dei più giovani, di soddisfare gli incredibili romantici e di stupire coloro che sanno solo lamentarsi…magari per una volta rimarranno senza parole.

In attesa che arrivi in sala tra pochi giorni, vi lascio quindi in compagnia di una meravigliosa clip:

the artist clip

n.d.r. Abbiamo parlato di questo film la notte degli Oscar 2012 e, non contenti, pure in un secondo post che trovate  qui :)