Si, lo so, abbiamo appena fatto il giro di boa (e della sola prima serie, sob!), non conosciamo ancora come si evolverà la storia e sicuramente vi è l’intenzione di cavalcare tutta la decade su questo destriero, ma dopo aver raggiunto il sesto episodio de Il Trono di Spade, qui in redazione le reazioni sono state le seguenti: estrema curiosità da parte di coloro che con una incredibile precisione sono riusciti a perdersi ogni passaggio televisivo anche delle repliche; mentre gli stoici che si sono immolati per il blog, si son già suddivisi in diverse fazioni, da un lato coloro che l’hanno eletta a serie più soporifera dell’anno, dopo che sono stati trascinati davanti alla tv grazie ai commenti sulla seconda puntata decisamente soft-core, e dall’altro coloro ai quali la vista di pochi fotogrammi provoca oramai insofferenza senza rimedio.
Presentata come rivoluzionaria serie fantasy che dovrebbe essere realistica, battagliera e dall’alto tasso erotico, prodotta niente meno che da HBO, di fatto ho assistito ad una costosissima soap opera con effetti speciali da nuovo millennio, ma con personaggi che ricordano le telenovelas anni 80. Un cast a cinque stelle, quasi tutto importato dal cinema di serie A e sopraggiunto per l’occasione dal vecchio continente, che pare aver deciso di fare il minor sforzo possibile, col risultato che la recitazione, sino ad oggi, non convince e/o travolge, complice anche una trama che potrebbe essere stata scritta dagli autori di Sentieri (eh già, parlo proprio della soap americana più longeva e cruenta che si ricordi). Non mi credete?
Sei ore per presentare tre famiglie e un paio di gruppetti da tenere sott’occhio potrebbero sembrare eque, ma quando le uniche cose sino ad oggi accadute sono scene incestuose, quattro pugnalate, un sacco di grugniti e di donne col seno al vento, scambi dialettici a doppio senso come se piovessero e tanto noioso e gratuito sesso sempre uguale, ditemi voi se il tempo non sia sprecato… Conosco persone che hanno iniziato a seguire questa serie dalla quarta puntata e non hanno avuto necessità di ricapitolazione alcuna. Tutto è così lento da vanificare qualsiasi tentativo di intreccio, la bramosia di potere è ovvia anzi scontata, gli intrighi a palazzo sino ad ora sono solo accennati, i ribaltoni sono ben lontani e di scene di battaglia neanche l’ombra! Insomma, è una noia mortale o, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, è il perfetto prodotto di sottofondo.
Sorprende quindi leggere che il cast si senta onorato di partecipare alla serie, che Sean Bean e Jason Momoa (il nuovo Conan – the Barbarian ndr) abbiano prestato il proprio volto a personaggi chiave della storia. Ammetto di essere curiosa di sapere se i romanzi di George R. R. Martin, che paiono essere la fonte da cui gli autori hanno attinto a piene mani, siano così smaccatamente indirizzati ad un pubblico di casalinghe annoiate e senza speranza. Per soddisfare questa mia curiosità non posso far altro che regalare ai nostri esperti di letteratura una copia del primo tomo e nel mentre proseguire nelle visione confidando in una imminente e risolutiva virata ;)
(il racconto su “Il trono di spade” continua qui…)
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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