Di: Jean Cocteau
Regia: Annig Raimondi
Produzione: PACTA . dei Teatri – Progetto Cocteau e i suoi amici in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana, Spazio Oberdan
Claustrofobico, quasi incestuoso, ritratto di famiglia in un interno, dove Male e Bene, Amore e Libertà si contrappongono in un crogiuolo di sentimenti mal intesi, ma fedelmente interpretati da un’ottima compagnia.
Autore della pièce il poliedrico Jean Cocteau, poeta, saggista, drammaturgo, sceneggiatore, disegnatore, scrittore, librettista nonché attore che ho avuto il piacere di apprezzare prima della rappresentazione in una meravigliosa edizione del ’48 rinvenuta su ebay di Rosa e Ballo editori. Un personaggio davvero notevole, amico delle migliori espressioni artistiche del tempo, da Guillaume Apollinaire a Max Jacob, da Pablo Picasso ad Amedeo Modigliani, a cui Marcel Proust scrive “Crepo di gelosia nel vedere come nei suoi straordinari pezzi su Parigi lei sappia evocare delle cose che io ho sentito e che son riuscito ad esprimere solo in modo assai pallido” (sic!).
La serata è quella della prima, ma lo si avverte più dalla presenza in sala di fedelissimi del teatro Oscar che dall’emozione che traspare sul palco.
L’allestimento scenico è scarno, ma essenziale nel rendere il claustrofobico piccolo mondo (modernissimo) in cui si consuma l’intensa e movimentata tragicommedia. Il colore degli arredi è rosso fuoco, come quello della passione che consuma ed acceca, più spesso in famiglia che altrove. La luce è un altro importante strumento nello svelare e nascondere vizi privati e virtù (poche ahimè) di una famiglia così incasinata da autodefinirsi il “carrozzone”, che finge di bastare a se stessa ma anela, almeno nelle figure maschili, ad altro da sé, ad aria più fresca e più pura di quella mefitica e soffocante della “casa delle porte che sbattono”.
La recitazione è veloce e sincopata e l’ora e quarantacinque senza intervallo scorre piacevolmente, complice l’aggrovigliato succedersi di vicende di questa storia, moderna come lo possono essere le storie che parlano dell’essenza difettosa dell’uomo, del suo essere vittima di se stesso e delle sue paure, soprattutto quando si toccano i sentimenti più profondi, quali l’Amore, la Gelosia e la Sensualità.
Solo le persone più impermeabili potrebbero non riconoscere alcuni dettagli di sé e della propria vita e storia.
Da leggere e/o da vedere secondo noi; avete tempo fino al 4 Dicembre 2011, a Milano, al Teatro Oscar.
Fino al 4 Dicembre 2011 a Milano, Teatro Oscar, via Lattanzio, 58 http://pacta.org
Amante della varia umanità, paziente ascoltatore di impegnate prose e oratore abile che condivide con noi le gioie e i dolori dello stare in platea in un’epoca in cui sempre più spesso si ha l’arduo compito di dover sostenere una buona performance recitata in un teatro che potrebbe ospitare un ben più ampio pubblico.
Leave a Comment