Eccoci qui a commentare il film che Oracolo – Alf aveva predetto, avrebbe visto i natali. Una delle recensioni che ha provocato tra le più animate discussioni dello scorso anno terminava, infatti, con la premonizione che dal discutibile libro sarebbe sicuramente discesa una sceneggiatura di successo e così è stato. Non ci si aspettava (o forse si?) che sarebbe sorta dalla penna dello stesso autore del romanzo e soprattutto che funzionasse, ma il risultato c’è.

Mai visto un’anteprima serale, con pioggia torrenziale accompagnata da un fastidioso sciopero dei mezzi pubblici, tanto gremita e soprattutto con una platea ad alta presenza maschile così coinvolta in un film che si presentava a tutti gli effetti come una commedia romantica. Abbiamo tutti riso e apprezzato il sarcasmo delle battute della poi non troppo fragile Emma – Anne Hathaway e ci è piaciuto rivivere gli ultimi vent’anni attraverso eccessi e debolezze, ma soprattutto mise e tagli di capelli, del nostro Dexter – Jim Sturgess. “One Day” piace perché porta all’immedesimazione involontaria dello spettatore nonostante sia una storia prevedibile (o forse proprio per questo), poiché in noi ci sono troppe delle caratteristiche di Emma o Dexter per riuscire a rimanere distaccati, e quelle che ci mancano le avremmo volute.

 

E’ la storia di due persone normali, diverse e imperfette, il cui legame sopravvive attraverso le decadi, modificandosi secondo le stagioni della vita che stanno attraversando. La regia, affidata a Lone Scherfig (già apprezzata per l’opera drammatica “An Education”), ha scelto un taglio giocoso ma sagace per mostrare stereotipi contro cui preferisco non scagliarmi posto che la maggior parte sono stati vissuti da molte persone. Ho intravisto e sentito che per alcuni la Scherfig non avrebbe superato la prova (dopo le nomination all’Oscar le attese erano alte), da semplice spettatrice so che il drammone con tutti crismi non ci viene risparmiato, anzi…

La sensibilità dello spettatore è sapientemente sollecitata toccando differenti corde così da provocare una sicura risposta emotiva, al punto che tutta (si tutta, ma proprio tutta) la sala ha iniziato a nuotare in una valle di lacrime durante l’ultima parte della pellicola. Non so se la mancata accensione delle luci a fine proiezione fosse intenzionale o meno, di sicuro ha agevolato l’uscita in anonimato di parecchie gote solcate da improvvisa e non voluta lacrimazione. Senza distinzione di genere e/o età ci siamo ritrovati tutti sulla medesima barca e garantisco che mai avevo visto una platea ridursi in un simile stato, quindi chapeau agli autori!

 

Commedia brillante e film romantico con sviluppi drammatici che si chiude tragicamente, ma che in ogni momento focalizza sull’importanza di vivere la vita, di godersi ogni momento e di provare emozioni. I ragazzi inseguono dei sogni, molti dei quali si infrangeranno, ma grazie alla joie de vivre che li contraddistingue creano una solida liason che permette loro di superare le avversità man mano che si presentano.

Questa versione moderna delle epiche romantiche (si potrà dire?) che proverà in tutti i modi a farvi reagire, è totalmente inadatta agli insicuri e ai boriosi. I primi ci rimarrebbero troppo male, i secondi probabilmente sono troppo terrorizzati dal mestiere di vivere per ammettere che un semplice film possa farli emozionare.

 

Il libro non rimarrà negli annali della letteratura, il film è sicuramente un efficace melodramma e il maggior spoiler lo trovate nel eccessivamente dettagliato trailer con cui vi lasciamo.

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