Ok ok è estate e dobbiamo essere tutti più buoni e qualora non fossimo sulla retta via, non temete che i palinsesti della TV sono sempre pronti a ricordarci che gli occhi a cuore sono un obbligo morale durante il mese di agosto. E così, dopo aver sentito cose mirabolanti su questa commedia romantica, ho preso coraggio, mi sono messa gli occhialini technicolor e, debitamente armata di buoni propositi, ho guardato “Letters to Juliet”.
Già dal titolo intuiamo che protagonista di questa storia sia la Giulietta più famosa della letteratura di tutti i tempi e che i nostri personaggi s’incontreranno tutti (o quasi) a Verona sotto il famoso balcone. Fiaba dei nostri tempi (nessun film in costume o in un mondo che non esiste) dentro la quale si sviluppa una seconda favola. Insomma, la produzione voleva assicurarsi che il miele scorresse a fiumi!
La biondissima, dagli occhioni a tutto tondo, protagonista è un’aspirante scrittrice (l’Amanda Seyfried che abbiamo recentemente visto indossare la cappa di Cappuccetto Rosso Sangue) che atterra nella nostra penisola per fare una vacanza con in futuro marito, uno chef in procinto di aprire un ristorante. Intuibile quindi che il fidanzato sarà presto rapito da produttori di vini, formaggi e da improvvisati corsi di cucina nelle taverne locali, al punto da trascurare la fidanzatina, la quale però non tarderà a trovare il modo per tenersi occupata. In pochi giorni sarà on the road, a coordinare la ricerca di un amore perduto da un’anziana signora inglese (la sempre splendida Vanessa Redgrave). Ovviamente vivrà la storia della sua vita in molti sensi… ;)
Il regista Gary Winick non ci fa mancare nulla: romanticismo a ogni età, un po’ di Shakespeare trasposto ai giorni nostri e ricava pure uno spazio da dedicare alle classiche scaramucce tra americani e britannici (legate alle solite schermaglie linguistiche), che qui faranno – prevedibilmente – sbocciare un rapporto di odio (e amore) che altrimenti non sarebbe mai nato. Tutto come da copione, tutto come si vuole che sia, compresa la migliore delle co-protagoniste.
Non sullo sfondo bensì sul palco, da vera prima donna, c’è, infatti, l’Italia: questa volta tocca a Verona e all’immancabile Toscana. Luoghi tratteggiati da perfetta cartolina: un insieme di borghi costellati di piccoli vicoli con balconcini fioriti, molte cantine che custodiscono preziose bottiglie di vino o antichi formaggi, e tanta gente socievole, bella e benestante. Molto stereotipata, grazie al cielo priva d dialoghi in finto dialetto, la linea seguita è notevolmente poetica e dipinge il Bel Paese in modo davvero bucolico. Il risultato non manca, infatti riescono a farci sperare di ritrovare, distogliendo lo sguardo per un attimo dal video, realmente un Paese tutto (ma tutto!) così in ordine, pulito, accogliente e ricco, un vero bijou!
Consigliato unicamente agli incredibili romantici. Gli altri godranno solo di un gradevole sottofondo durante una serata di incombenze domestiche.
Ennio Flaiano amava ricordare che “Il cinema è l’unica forma d’arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile.”, ed è Vissia ad accompagnarci con passione e sensibilità nelle mille sfaccettature di un’arte in movimento. Ma non solo. Una guida tout court, competente e preparata, amante della bellezza, che scrive con il cuore e trasforma le emozioni in parole. Dal cinema alla pittura, con un occhio vigile per il teatro e la letteratura, V. ci costringe, piacevolmente, a correre per ammirare un’ottima pellicola o una mostra imperdibile, uno spettacolo brillante o un buon libro. Lasciarsi trasportare nelle sue recensioni è davvero facile, perdersi una proiezione da lei consigliata dovrebbe essere proibito dal codice penale. Se qualcuno le chiede: ma tu da che parte stai? La sua risposta è una sola: “io sto con Spok, adoro l’Enterprise e sono fan di Star Trek”
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